L’appartamento
tedesco. Tutti i colori di una cronaca tedesca – Limited Editions
Il gatto (invisibile) dell’Appartamento
tedesco
Ho scoperto che da un po’ di tempo, nella notte
dell’Appartamento tedesco appare un gatto. Sì, esatto un felino di piccola
taglia, pelo corto e dall'inconfondibile miao.
In realtà non l’ho mai visto, però ne ho percepito la
presenza. Infatti, ogni sera, quando vado e mi stendo a letto, ho la chiara
percezione che accanto alla mia testa si adagi un gattino.
Ho ipotizzato che, dopo aver sistemato piatti e posate in
cucina e riposto le mie cose nell'armadio, quest’ospite dal passo felpato esca
dal guardaroba, dove ha trascorso sonnecchiando la sua giornata movimentata, o
dal cassettone sotto il letto e di soppiatto, come nel suo stile, mi raggiunga
una volta spente le luci.
Ecco, una volta steso a letto, arriva lui: io nella mia
classica posizione spanciata, tipo cadere sul pavimento ma che respira e
abbraccia il cuscino, e lui piazzato proprio là nello spazio lasciato libero
dal cuscino e il comodino.
E allora inizia sapiente la sua opera di strusciamenti con il
suo musetto contro la mia fronte. È chiaro che non mi fa addormentare e mi
costringe a grattargli la testolina. Ogni tanto, come ad apprezzare quel gesto
rubato, sembra svirgolare con le orecchie, chiudere gli occhietti e muovere a
bandiera la sua coda da pavone a quattro zampe. Grgr grgr grgr come se un
grillo sfregasse le sue zampette zigrinate.
Poi, esausto o stufo delle coccole, si alza e se ne va per la
stanza in cerca di avventure notturne, mentre io mi addormento finalmente.
Di sicuro s’imbatte in qualche ragno che ha costruito la sua
casa nell'angolo tra il termosifone e la finestra. Il gatto invisibile sale allora
sulla scrivania e poi balza con salto dei suoi sul calorifero che arriva quasi
al soffitto bracca il suo avversario fino al vertice. Immagino che sarà però
un’avventura da poco e da lì, dopo aver ammirato sognante la notte stellata,
scenda per dirigersi verso la cucina, la libreria o lo stendino pieno di
mollette per sgranchirsi o giocare un po’.
Da quei posti più elevati può dominare tranquillamente tutto
lo spazio dando sfogo alla sua atavica indole di dominatore della savana
domestica.
Tuttavia non lascia tracce della sua presenza silenziosa. In
teoria un gatto come si deve marca il territorio con la sua urina oppure affila
i suoi piccoli ma incisivi artigli contro porte e mobili. Di tutto questo non
si ha prove così da far congetturare che si tratti di un felino talmente
educato da saper usare la toilette e tirare lo sciacquone. E allora si
capirebbe pure di chi sono tutti quei peli persi sulle mattonelle bianche del bagno.
Ed è pure parecchio raffinato, lo stile essenziale dell’arredamento e
dell’appartamento non sono di suo gusto. Non ha torto: le porte rivestite di
materiali antincendio e i mobili laccati del Campus non sono di gran pregio.
Oltre a ciò non ho idea di come si nutra. Io non compro cibo
per gatti e non credo che i pochi insetti della casa siano per lui così
appetibili. La grande finestra a parete è chiusa in mia assenza per gran parte
dell’anno e perciò non può andare con un salto di sotto all'assalto di uccellini
o leprotti del quartiere. Certo, a volte, noto degli ammanchi nella dispensa: a
cena il pacco delle patitine mezzo vuoto, a colazione il succo d’arancia quasi
terminato o i toast appena sfornati morsicchiati prima che io possa assaggiarli,
qualche gelato in meno durante l’estate. Cose inspiegabili.
Poi, al mio risveglio, quando albeggia e i primi raggi
del sole entrano nella stanza, lui è di nuovo adagiato vicino a me. In posizione
a ciambella dorme coprendosi il musetto con la coda e tenta il sottoscritto
ancora assonnato alle coccole. Alle quali non ci si può sottrarre. Sonnecchiando
e ronfando a più non posso il gatto invisibile dell’Appartamento tedesco le
accetta come un atto dovuto finché il padrone di casa non deve alzarsi alle 6. E
allora lui si dissolve come una nuvola. Dove sarà andato a finire?
Paul_Blau_Vierzig
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