Valentina non è di carta Se mi soffermo anche solo un poco, a ritroso, mi rendo conto che la mia mente ed il mio cuore sono punteggiati da bagliori di differenti intensità. Come le stelle che ho ammirato anni fa, a tarda notte, nella spiaggia delle Saline di Calasetta. Non numerabili. Non mi è mai più capitato di vederne tante, tutte insieme. Sono echi di donne, tantissime donne. Io non so quale meccanismo segua il ricordo per sedimentarsi in me, è mutevolissimo. Sceglie strade sempre diverse, si attiva con i colori, gli odori, le immagini, i suoni. E le storie. A volte spiacevoli flash come il gesto brusco di una suora, fatto con un malanimo che proprio non mi aspettavo da lei. Che, a mio modesto parere di bimba, non le si confaceva. O il tono di voce della mia maestra, una carezza leggera e confortante, un’estensione di mamma. O ancora un seno bellissimo, marmoreo, tondo e candido, intravisto di soppiatto in una donna già anziana che non ha mai capito di essere bellissima e ...