(da leggersi col sottofondo musicale: press play!)
E' circa mezzogiorno in un giorno d'estate, una coppia sta in
ammollo nella piscina gonfiabile in
giardino e discute del più e del
meno: cronaca, musica, cinema. Tutto molto normale, finché uno dei
due si blocca, fissa il vuoto per qualche secondo e biascica una
frase incomprensibile. L'altro sgrana gli occhi e chiede di ripetere.
La frase è la seguente: “Domani inizia il campionato!”
Ebbene si, domani inizia il campionato! La frase l'ho detta io
proprio stamattina realizzando che ormai la lunga attesa era finita.
Non facciamo finta di niente, il campionato mi è mancato in queste
settimane. Se c'è una cosa che del calcio non sopporto, infatti, è
il calcio mercato. Io sono per il detto “squadra che vince non si
cambia” e la mia ultimamente ha vinto qualcosina, perché quindi
cambiarla? A parte un giocatore che tutti sanno che io venderei, per
il resto la mia squadra me la terrei così com'è. Gli addii non mi
piacciono e i nuovi arrivati li seguo sempre con una certa
“sufficenza”. Comunque non posso cambiare io da sola le regole,
quindi intanto mi adeguo e spero tanto che i miei amati non vengano
ceduti a squadre assurde tipo il Napoli: meglio fuori dall'Italia! I
mondiali di nuoto sono finiti, quelli di atletica anche, giro e tour
sono passati, la ginnastica ritmica non la trasmettono (maledetti!),
sono finiti i tornei fighi di tennis per cui torniamo a parlare di
calcio. Come sapete in questo blog amiamo tanto i “pensieri
superficiali che fanno la pelle splendida” e d'altronde non è
pensabile di dedicarsi a problemi di carattere nazionale per 24 ore
al giorno senza esplodere dall'ansia e dal nervoso (perché la
politica italiana fa venire il nervoso), quindi ho intenzione di
chiedere all'ONU l'istituzione della tregua mondiale sotto
l'invocazione di Zeus per il campionato di calcio. Decidetevi sul
governo: deve cadere o no? Ci saranno nuove elezioni? Ok, decidetelo
entro le 17 di domani o direttamente a lunedì. Fatemi godere la
prima giornata di campionato in santissima e religiosissima pace! Tra
sabato sera e domenica voglio essere un “italiano medio” come
tanti, anche medio-basso. Voglio pensare al moviolone,
all'arbitraggio, ai rigori in tutta tranquillità. Vogliamo discutere
sulla grazia al nano? Bene, basta che finiamo entro le 17 di domani.
Così, in ipotesi, potrei starvi ad ascoltare se parlate dei gossip
dell'estate anche fino alle 20, perché in fondo sono curiosa di
sapere se la Pellegrini e Magnini stanno assieme o se è vero che la
nuova coppia vip è quella di Asia Argento e Max Gazzé. Fino alle 20
però, poi c'è la Juve e non ci sono per nessuno. Ho già pronta la
bottiglia per il vino, la cena è programmata: non voglio rompimenti
di scatole. E' stata un'estate politicamente travagliata tra
sentenze, minacce di crisi, borse che scendono a picco. Eppure in
genere d'estate la cosa più interessante è leggere Novella 2000 o i
grandi classici sotto l'ombrellone, fare il sudoku. Insomma, lo
slogan della pubblicità del più grande giornale di enigmistica
italiano – che va in onda solo e soltanto d'estate - è “Non far
spegnere il tuo cervello ogni 10 secondi!”, il che vuol dire che in
estate diventiamo davvero italiani medii moltissimo. Pensate a che
livello ci hanno portato se ci ritroviamo a bordo piscina a
commuoverci perché domani riprende la serie A. E' vero, la crisi ha
raggiunto livelli impensabili, in Siria dei bastardi (non riesco a
trovare una definizione “migliore”) usano armi chimiche contro i
bambini, in Libia si buttano bombe contro le moschee, in India le
giornaliste vengono stuprate da gruppi di persone, in Italia
discutiamo da settimane l'agibilità politica di un condannato in
tutti i gradi di giudizio possibile, abbiamo una legge elettorale
rivoltante, disoccupazione alle stelle, gli incendi che devastano
luoghi millenari e incontaminati anche per scarsità delle risorse di
soccorso. Questi sono i motivi per cui dico basta, lasciatemi tornare
al calcio. Non è che non li voglio vedere, semplicemente mi fanno
stare troppo male e ho bisogno del week-end per sfiatare come le
pentole a pressione. Mi bastano 36 ore di sano, puro e semplice
stacco dedicato al calcio. Mi voglio arrabbiare con l'allenatore se
fa un cambio sbagliato (o se non lo fa), con i tifosi avversari,
voglio cantare gli sfottò e bere birra con la frittatona di cipolle.
Perché al contrario di quanto dice quel settimanale di enigmistica,
davanti allo schifo completo che la nostra epoca ci regala viene
davvero voglia di spegnere il cervello ogni 10 secondi.
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