Vorrei pensare al mondo come a un
fiore. Immaginare ogni idea, ogni possibilità, ogni diversità come parte
imprescindibile della bellezza di una corolla. Vorrei che per esprimerci
usassimo una pioggia di petali delicati, che ogni nostra parola fosse detta per
abbellire e profumare, mai per sovrastare. Che la dialettica fosse una tempesta
petalosa che sconvolge l’abitudine con i colori.
Vorrei avere una mente petalosa,
delicata e impalpabile. Ricca di idee, contraddizioni, pensieri. Rifugio di
insetti e gocce di rugiada, spazio per metamorfosi, trampolino di lancio per
farfalle, una mente che in arruffata armonia custodisca il nettare dell’esistenza.
Vorrei un cuore petaloso, che
cosparge il mondo di amore petaloso, che piange petali di malinconia, così
leggeri da non far male, così lievi da disegnare poesie nell’aria.
Vorrei vivere in un tempo
petaloso, fatto di giorni da sfogliare come un gioco. Giorni che passano
lasciando il profumo dei campi sulle dita, che si posano nella memoria come un
sorriso, senza peso.
Vorrei amici petalosi, buffi,
premurosi. Storie colorate come gerbere, stropicciate come papaveri petalose
come dalie.
Vorrei maestri che amano imparare,
bambini che danno nomi alle cose. Vorrei adulti con braccia aperte e petalose,
spalancate verso i piccoli. Piccoli come boccioli di sorriso pronti a
schiudersi al mondo. E vorrei pensarlo come un fiore, delicato, petaloso.
Vorrei che guardando un fiore si dicesse: “com’è bello! È petaloso come il
mondo”.
Parole piene di positività ... mi sono piaciute
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