Passa ai contenuti principali

Stiletto sport - il calcio visto dai tacchi a spillo

La domenica dei Santi in Paradiso (o dell’inno a Casteddu)
 

Casteddu è un’incantevole città del sud Sardegna, posta a controllo di un ampio golfo ricco di approdi e per questo meta, dalla remota antichità, dei più strambi e coloriti personaggi che si possano immaginare. Tra loro come non menzionare Fenici, Cartaginesi, Romani, Pisani, Spagnoli, Gobbi, Interisti, Savoia, Milanisti? Nonostante ciò, i Casteddai da almeno 8000 anni vanno avanti tranquilli e serafici, armati di un bicchiere di vino bianco da consumarsi vista mare, grazie al prezioso aiuto di due potenti alleati: Efis e il Maestrale. La storia ci racconta di come la loro inscindibile alleanza già salvò la città da terribili eventi, quali lo sbarco di quel nanerottolo arrogante di Napoleone e altre simpatiche amenità. Bene, da oggi, anzi, da sabato, alla serie si unisce la grande Promozione del 2016.
Abbiamo già detto di come Efis abbia evitato la matematica risalita in A alla vigilia della sua festa. Qualcuno si è anche arrabbiato per questo, ma in fondo qui a Casteddu lo sapevamo tutti che non si poteva spostare la festa nazionale e che un paio di bottiglie di Ichnusa abbandonate in piazza Yenne, che normalmente possono passare come parte integrante dell’arredo urbano, alla vigilia dell’evento cittadino più in mondovisione dell’anno, sarebbero state punite col sangue. 
E poi è uno di noi, Efis, come solo gli immigrati sanno essere, come Gigi Riva, per dirne uno. Quando, dopo il martirio, ha bussato in Paradiso, san Pietro gli ha aperto e gli ha detto: “Fai come fossi a casa tua”. Lui non se l’è fatto ripetere due volte, si è preso un bicchierino di vino bianco, si è trovato una nuvoletta con vista sul Golfo e si è messo tranquillo a prendere il sole. 
Quante volte avrà festeggiato con noi dalla sua casa nel cuore di Stampace, a un passo da piazza Yenne! Da lì può sentire i clacson, le grida, i canti. Può partecipare alla festa con i suoi amati concittadini. Ma secondo voi? Va a Pula una volta all’anno e su Casteddu sale in A all’ora che lui deve uscire? Ma voi ve lo vedete uno che scaccia la peste e respinge i Francesi che rinuncia alla festa del decennio per le lagne di quattro tifosi spazientiti? Ci vuole pazienza, ragazzi, la pazienza del vino bianco davanti al mare, ad aspettare che il tramonto arrivi e finisca. Ci vuole pazienza, se vogliamo essere sardi, e ci vuol fede: Efis non ci ha mai tradito!
E da brava gente di fede, segni inequivocabili della riscossa incipiente ci si palesano in una uggiosa mattina in via Dante: segni belli come il sole e scuri come la notte. Ma non diciamo niente, perché infrangere la regola numero uno del tifoso, la regola del silenzio (sempre ve lo devo ricordare?), potrebbe avere effetti catastrofici.
La partita del destino arriva venerdì sera a Bari, al san Nicola. San Nicola, brav’uomo, che porta i regali ai bambini buoni e noi, lo sapete, siamo buonissimi! Sant’Efisi si sfrega ancora le mani al ricordo dell’ultimo regalo che la Bari ci fece: era il 1970. E allora andiamo, bei ragazzoni rossoblù, e comportiamoci bene ché se saremo buoni avremo un bel regalo!
Alle 20,30 si parte, con il boccone in bocca e una valigia da fare: per una volta che dobbiamo lasciare Casteddu il Cagliari sale in serie A? Per fortuna non siamo fisimose come Efisi, altrimenti un’altra settimana vi toccava aspettare!
Il fischio iniziale ci coglie che ancora siamo tutti seduti a tavola, per i primi venti minuti il grido è solo uno: “itt’e Micai?”. La svolta viene quando Violet si alza repente dicendo: "Devo andare via, altrimenti questi qua non segnano!”. Il gol la coglie al penultimo gradino delle scale di casa: Joaooooooo Peeeedroooooooo!!! Ma non basta, Red la raggiunge a breve con la radio spianata e le due poverette provano a preparare le valigie per il loro lungo viaggio. Ora, vedete un po’ voi se è facile pensare alla conta delle mutande mentre ci si gioca la serie A, soprattutto se ad ogni break pubblicitario Zola segna di testa contro la Juventus. Una sincope ogni volta. Il raddoppio arriva durante la ricerca dei calzini, al quarto minuto della ripresa: nel festeggiare invitiamo le cugurre a intraprendere subito un volo verso un paese a tutti noto: Quel. La partita si rilassa, i nostri controllano, noi non ci rilassiamo mancu po brulla, soprattutto perché uno, brutto e barese, si mette in testa che deve tirare in porta. Quando prende il palo non vi dico cosa fa Efis in Paradiso. Storari respinge il tiro successivo come il maestrale le bombe delle navi francesi… non vi ricorda nulla il capello lungo con pizzetto del nostro portierone? Sicuri che la devozione al Gloriosu Martiri non c’entra nulla?
Al quarantunesimo del secondo tempo Vittorio Sanna dà la linea alla pubblicità. Come al solito un grido: Gooooooooooooooolllllllllll!!!! Violet, stremata dopo il ventesimo gol di Zola, dice: “e basta con questi gol, io sono concentrata!”. Io, incerta, con una grazia che mi fa sembrare lei, le sussurro: no, questo è vero… Ha detto Cerri!!!
E sì, signori, è proprio vero: tre a zero e Casteddu in serie A!
Si scatena la festa, Efisi dalla sua chiesetta stampacina se la gode alla grande, noi finiamo i preparativi cantando, infilo la maglia del Cagliari in valigia, ma quando arriviamo a Elmas è mattina e sembra che nella notte non sia successo niente. Sembra, perché ci siamo noi a ricordarlo! 
Serie A! Serie A! Ce ne andiamo ce ne andiamo ce ne andiamo in serie A! Ad libitum... 
Al bar, in fila al gate, in volo sul mare, sul pullman per Torino, in treno, sui monti della val Gobba… tutto sembra rossoblù.
Ma non ci basta ancora, perché piove e Carlo Felice ha su solo un pareo, nemmeno fosse agosto e stesse andando a prendersi un’Ichnusa alle Palmette, mentre invece fa ancora unu frius’e galera. Ci vuole di più, assolutamente di più.
Lo sappiamo noi, lo sa il generale Millelire, lo sanno i francesi: quando c’è da potenziare il potere del nostro valente Santo guerriero è necessario il suo fido scudiero, il Maestrale.
Sabato pomeriggio inizia a soffiare, le nuvole si mettono in moto. Quando arriva ha superato la Francia continentale e ha respirato il profumo della lavanda in Provenza. Si è riempito gli occhi del mare e delle aspre montagne corse, è entrato in Sardegna dai bastioni di Alghero, ha picchiato alle porte del Limbara e del Gennargentu, ha giocato con le onde a san Giovanni di Sinis, ha preteso l’inchino del grano d’oro del Campidano e quando dalla vecchia ferrovia, tra Donori e Settimo, ha visto il Golfo degli Angeli, ha guardato Casteddu e le sue torri bianche di calcare, e si è come ubriacato. Arriva ebbro a Cagliari, il maestrale. Ubriaco del viaggio che ha fatto e ubriaco della meta. Brinda prima di tuffarsi ancora in mare per ascoltare le storie dell’Africa. Arriva ciucco marcio, e ci ubriaca tutti.
Così, mentre arrivava il Maestrale, ci è venuto fuori un tre a zero che è stato come un brindisi lungo novanta minuti, con lo stadio, con le curve, con il vento e con i colori. Salamon, Giannetti, Sau e un brindisi al capitano in campo, agli spogliatoi, al primo posto in classifica riacciuffato. E poi fuori, dallo stadio fino a piazza Yenne, e in ogni angolo di città. 
Casteddu era ebbra di gioia, così felice e su di giri che ogni cosa tamburellava al ritmo di una semplice battuta musicale in quattro quarti da suonare con il clacson, tamburellare con le dita sul tavolo, con il tacco sull’asfalto, da scandire col battito delle mani: ogni cosa può dire “Forza Cagliari”. 
Mentre Red, attraversando la città salutava decine di sconosciuti al grido di “forza Casteddu”, Violet, raggiungendola, festeggiava sull’M con un giovin signore, giusto un po’ su di giri per il maestrale e per la gioia: “Onore ai diffidati! Su le mani! Lei signora, lo sa dove siamo? Siamo in serie AAAA!!!!”. Ma la signora, razza di cugurra travestita da gentildonna ardiva replicare: “Questo è tutto da vedere!”. Al che Violet: “e no, signora, qui si sbaglia: è matematica, e siamo anche i primi in classifica!”. E fu così che la nostra Violet conquistò l’onorevole cuore dei nostri diffidati.
E così via, tra cori, bandiere e sorrisi, con il maestrale che faceva volare tutto e lentamente scopriva il cielo. 
Sembrava tutto così bello che domenica mattina si temeva di aver sognato.
Allora siamo andate a fare una passeggiata per vedere se era vero e sì, lo era.
Cagliari splendida e assolata, spettinata e raggiante. Carlo felice vestito di tutto punto, con tanto di cappello da grande puffo rossoblù. Le strade piene di gente e sant’Efisi trionfante che si sfregava le mani soddisfatto dicendo: “Ma siete sicuri sicuri che tutta questa gente è in giro per i Monumenti Aperti? Vuoi mettere 360 edizioni contro 20? Ma ba’!!! Il primo maggio sì, era tutto per me, ma oggi… naaaa! Stanno festeggiando tutti su Casteddu! Un capolavoro, ho fatto!”

E giù un bicchierino di vino bianco, guardando il Golfo e prendendo il sole al fresco del maestrale.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'Almanacco di Violet

Sole A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge alle 6:51 e tramonta alle 19:53. Luna La Luna è calante. Luna Nuova il 4 settembre. Cielo del Mese, i Pianeti Giove è l’astro più luminoso della seconda parte della notte. Appare ad oriente e già prima del sorgere del Sole è già molto alto in cielo a Sud-Est . Il pianeta si trova nella costellazione dei Gemelli . Degni di nota i suoi quattro satelliti, Io , Europa , Ganimede e Callisto , che si mostrano come piccoli puntini bianchi che danzano da un lato all’altro del pianeta sulla linea dell’equatore, creando spettacolari configurazioni. I Santi 2 settembre: san Zenone e figli 3 settembre: san Gregorio Magno 4 settembre: santa Rosalia 5 settembre: beata Madre Teresa di Calcutta 6 settembre: sant’Umberto 7 settembre: san Grato 8 settembre: Natività della Beata Maria Vergine La Notizia del Giorno… un Anno Dopo Avventure spaziali nelle grotte sarde (L’Unione Sarda, Ediz

Stiletto Sport - Ritratto di campione

Il campione del giorno è: Enrico Albertosi . Quando la nazionale italiana era rossoblù. Indubbiamente uno dei portieri migliori che l'Italia calcistica abbia mai avuto. Cresciuto nella Fiorentina, passa poi al Cagliari nel 1968. Due anni dopo vincerà lo scudetto stabilento il record del minr numero di reti subite in una stagione. Con la nazionale vince l'Europeo del 1968, dove però a causa di un infortunio deve cedere il posto a Zoff nella fase finale. Sarà tra i protagonisti del Mondiale del 1970, dove sarà lui a difendere la porta dell'Italia nella celeberrima semifinale Italia-Germania 4-3.

Stiletto Sport (il calcio visto dai tacchi a spillo)

  HULK Amici… Giulini ci ha letto, ne siamo sicure! No? Non è così?   Ribadiamo. Giulini la settimana scorsa ha letto il nostro Stiletto e ha preso spunto per uscire da questa complicata situazione. Prova ne è che, pur non avendo ancora aderito alla nostra affermazione più importante, “ il calcio è degli sfigati ”, ha capito che a guidare la reazione di orgoglio, la risposta di carattere, la svolta della stagione di questa nostra meravigliosa e scarcagnata banda di supersfigati chiamati ad essere eroi, non poteva che far arrivare lui. Uno che sfigato lo sembra davvero e proprio per questo nasconde, ma non troppo, dentro di sé un autentico, incontenibile, inarrestabile, imponderabile supereroe! Semplice, no? Semplici!!!   Notte funesta su Cagliari quella tra domenica 21 e lunedì 22 febbraio 2021. Le urla roboanti dello scirocco si erano impossessate della Città del Maestrale. Il mare mordeva furibondo la riva, un cielo apocalittico incombeva plumbeo sulla Sella del Diavol