Com'è bianca la luna, stanotte, nonna!
Bianca come la neve che orna il bosco, che copre la valle e le montagne. Bianca come la veste che avevi da bambina. Bianca come il latte buono la mattina. Bianca come il primo fiore che annuncia primavera. Bianca come il velo di zucchero sulla torta che hai sfornato. Bianca come la piccola luce che si accende nel cuore quando inizi a sperare in qualcosa di nuovo.
E tu, in cosa speri, nonna?
Spero nella primavera che viene a visitarci, nei fiori bianchi del mandorlo, in fondo al giardino, che brillano al sole come i tuoi occhi belli, quando sei felice.
Le piaceva guardare fuori dalla finestra, la sera, prima di addormentarsi. Le piaceva come guardare la fiamma che scoppiettava nel camino. Le piaceva sentire parlare la nonna, lei che aveva sempre una risposta serena ad ogni domanda della vita. Le piaceva sentirle annunciare il futuro, con quella sua fiducia incrollabile nei cicli del tempo, nel ripetersi delle stagioni, nel fiume lento dell'esistenza che conduce verso il mare.
Non sapeva che presto tutto sarebbe cambiato, che la dolce brezza di primavera l'avrebbe svegliata, una mattina, con il profumo dei ciclamini e il canto degli usignoli. Non sapeva ancora che era tempo di danzare la giovinezza lontano dalla casa che l'aveva cresciuta, dalle braccia che l'avevano cullata.
Non lo sapeva. Eppure, la notte, sognò un vestito nuovo e una ghirlanda di fiori di campo, di quelle che si usano per ornarsi nei giorni di festa. Sognò i balli nella piazza grande, i fuochi e i nastri colorati.
Sognò un laghetto di montagna, dalle acque cristalline: si lavò a quelle acque e ne uscì trasfigurata.
Sognò un fuoco, e un rametto di salvia da bruciare: chiuse gli occhi, ne aspirò il profumo e si sentì nuova.
Sognò una via di fronte a sé. E si mise in cammino.
Quella mattina, a colazione, fu un fitto racconto di progetti e sogni: le si era sciolta la lingua e non riusciva più a smettere di parlare.
La nonna la guardava, con uno strano sorriso luminoso sul viso.
La Candida Luna ha parlato, disse. E quelle furono le uniche parole che pronunciò per tutta la giornata.
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