Mi avevano fatto passare la voglia. Il tempo è poco, la
concentrazione scarseggia, ma la verità è che non avevo nessuna voglia di
scrivere di calcio. Non che su Casteddu meu abbia fatto qualcosa di male, anzi,
un campionato di serie A così bello e foriero di speranze non lo vedevamo da
tempo! Ma è evidente che una squadra che sia squadra e non una sartain’e
tzitzigorros non a tutti piace. E così mi stavo accingendo a scrivere dell’esultanza
di Marcolone nostro al pareggio di Marcolino nostro contro la Roma (parlo del girone di andata), quando sento piovere fischi. Fischi a un
signore in tribuna a tifare la sua squadra con la moglie e i figli. Fischi al
nostro secondo capitano, al nostro diletto portierone. Era al punto 3 del primo
Stiletto di stagione: vogliamo una squadra di Marchi e un Marcantonio (Bruno,
of course), e voi che fate? Via la fascia? Mercenario?
Che vergogna! Che
indicibile e fastidiosa vergogna sentire di spartire tifo e città con certi ingrati
gradassi, che peraltro di calcio non capiscono una minca di quaglia (cit. cari
amici del paesello del mio cuore). La chiave di volta era al punto 6 del nostro
primo Stiletto: le cugurre, se le conosci le eviti, se le conosci
non ti uccidono.
Non le abbiamo riconosciute e hanno ucciso.
Hanno rotto ogni
cosa rompibile che avessero sotto tiro: gli equilibri, le palle, la serenità.
Hanno reso opache le esultanze per degli ottimi risultati, ingigantito le già
giganti sconfitte, dipinto ben avviata e divertente corsa verso la
salvezza come un disastro annunciato. Perché siamo più vicini all’Europa che
alla retrocessione, ma "Rastelli vattene", "Pisacane non è un giocatore di serie
A", "Murru era meglio infortunato", "Borriello sta già calando di forma", "Sau non
serve", "eh, quando c’era Cellino"… ma che palle! Che incredibile e insopportabile
fracassamento di maroni! Non vi divertite a guardare le partite del Cagliari di
quest’anno? Guardatevi Holly e Benji! Perché il calcio degli umani è come
quello che sta giocando su Casteddu, gli umani che si divertono col calcio si divertono con quel gioco lì, sconfitte e vittorie comprese, e voi di calcio, lo ripeto, non capite una
minca di quaglia secca.
E così, un triste giorno di Gennaio Marcolone del cuoricino
nostro rossoblù in silenzio è partito lasciandomi orfana per la seconda volta e
la mia voglia di dire o fare qualcosa che potesse sottolineare una comune
appartenenza con certi imbecilli stava raggiungendo i minimi storici. Ma
proprio allora la mia vena creativa si è risvegliata.
È chiaro che Rastelli e
Giulini l’hanno fatto per noi. La squadra deve andare avanti, la vita deve
andare avanti, il tifo deve andare avanti. Show must go on! Stiletto must go
on! Tutti uniti verso la salvezza! Ma non la salvezza passeggera, quella che
una stagione ti salvi e l’anno dopo ti minacciano i giocatori finchè non
scappano e finiamo in serie B (così, per dire, l’avete visto come gioca
Donsah?). Noi dobbiamo lavorare per la salvezza eterna, è tempo di purgare la
nostra anima per sollevare morale e aspettative. Noi ora abbiamo tutto ciò che
ci serve per essere felici, noi ora abbiamo accanto ai nostri giocatori la
giusta guida: noi abbiamo Legrottaglie! Noi abbiamo LeeGrottaglie!!!
Rastelli ha capito che al reparto di difesa non mancava
certamente qualità né tanto meno esperienza, ché con il solo Brunone siamo
ampiamente sopra la sufficienza, ma un angelo custode. In porta ha lasciato
andare un evangelista solo in cambio di un arcangelo e accanto a lui in
panchina ha voluto una vera guida che elevasse gli spiriti e animasse i corpi
con uno speciale percorso di duro lavoro ed espiazione: ogni gol subito una
predica.
Impressionato Bruno al grido di “oh ragazzi, schillellè che se questo attacca a parlare vi
streccu!” ha suonato la carica. Insomma ragazzi, con la Roma non si è vinto, ma
gente concentrata in campo già ce n’era! Ah, il timor di Dio! Se tutto ciò non
dovesse bastare prevedo che ci troveremo la città invasa da Gennari e
anticoagulanti… tutti uniti verso l’obbiettivo di evitare questo scempio, mi
raccomando!
Scherzi a parte domenica sera Violet si accingeva puntuale
ad accendere la radiolina per seguire la partita. Ora, la mia radiolina si
chiama radiolina perché è sintonizzata su Radiolina per le radiocronache del
Cagliari dal 3 febbraio 1992, quando mi venne regalata, fatta eccezione per gli
anni di esilio su radio Sintony e il più duro, il confino Triestino e a tutto
il calcio minuto per minuto. Dicevamo, Violet accende la radio e… Radio Maria!
Radio Maria? Perché c’è radio Maria???? È ufficialmente iniziata l’era
Legrottaglie, bellezza!
Per fortuna la nostra fida compagna di avventure si è
ripresa e la partita è iniziata. Che dire? Dopo quel che avevamo visto della
Roma in coppa Italia sapevamo di poterci aspettare di tutto, lo sapevamo noi e
lo sapevano le cugurre. Noi abbiamo visto molta concentrazione, la capacità di
limitare le potenzialità di una squadra in lotta per lo scudetto e in un momento
di grazia. Abbiamo visto la tanto agognata compattezza, troppa difficoltà a finalizzare, ma finalmente la
capacità di non scoprirsi completamente al contropiede ogni volta che si mette
il naso nell’area avversaria. Abbiamo sentito anche un eccesso di depressione
in Vittorio Sanna e intuito una strisciante ostilità delle cugurre per Isla.
Ergo, Isla è ufficialmente un nostro nuovo beniamino, perché siamo stronze,
arrevescie e vogliamo troppo bene a su Casteddu. La sconfitta ovviamente ci ha
molto irritate, e visto che il povero Totti si è prudentemente tenuto in
panchina, farà le sue veci Dzeko: se doveste vederlo con il tendine di Achille
in mano saprete a chi darne il merito. Quanto a Spalletti, è così fastidioso
che si punisce da solo nel guardarsi allo specchio ogni mattina, ma se puntore
lo cogliesse ne saremmo comunque felici. Invece il Ninja è sempre nel nostro
cuore, con indosso qualunque maglia, su qualunque campo. Quando Sau gli ha
fatto fallo per poco non ci scappava una lacrimuccia di commozione… Quanto
amore, quanti ricordi! Perché noi non siamo cugurre, siamo stronze e delle
stronze abbiamo la memoria e il cuore grande così. Invece alle cugurre la
sconfitta ha fatto male al fegato e hanno riniziato a murrungiare: "senza un
tiro in porta dove vogliamo andare, cosa ce ne facciamo di attaccanti che non
segnano, e Rastelli vattene"… e invece Rastelli non se ne va! Perché Rastelli ha
fatto una cosa troppo intelligente. Rastelli ha Legrottaglie in panchina che
sterminerà le cugurre con la forza della pace e con l’amore. Scrivetelo a
caratteri cubitali sui muri: A Roma abbiamo vinto perdendo! Avranno un travaso
di bile! E se non bastasse organizzate una catechesi per Ultras inferociti: se
saranno grandi persone diventeranno grandi tifosi! E non sfracelleranno più
l’anima a ogni lista dei convocati. Olè!
E fu così che si compì il primo miracolo di LeGrottaglie:
fece tornare le Stronze! Perché su Casteddu è la squadra più bella, perché su
Casteddu è la squadra più simpatica, perché su Casteddu è la squadra più buffa,
perché su Casteddu ha la maglia più fashon, perché senza grandi cantori non
esistono grandi imprese, e a noi, modestamente, Omero ci fa un baffo!
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