Tanto tempo fa esisteva sulle
Montagne Dolomitiche un Antico Regno di pace e d'amore. Le valli del Regno
erano ricoperte di prati verdi, punteggiati di fiori dai mille colori. Le
pendici dei monti erano ricche di boschi freschi e ombrosi. Le conche invitavano
il Cielo a specchiarsi nei laghetti, limpidi e trasparenti come il brillante
più puro. A quel tempo le rocce delle Montagne Dolomitiche avevano lo stesso
colore di quelle delle Alpi e il popolo dell'Antico Regno viveva felice attorno al proprio Sovrano. Chiunque
fosse passato di là avrebbe potuto respirare un'atmosfera lieta e accogliente,
ricca di serenità e bellezza. Era un luogo magico!
Il Re abitava in un grande
Castello insieme al Principe, suo unico figlio, sposo novello. Il giovane si
era innamorato follemente della figlia della Luna e la fanciulla di lui: presto
si erano sposati e stabiliti nell'Antico Regno. La Principessa amava quei
luoghi profondamente, specialmente i boschi: da lungo tempo li percorreva sulle
ali della Notte, quando la Luna, sua madre, splendeva piena e regale,
riempiendo del proprio chiarore le radure e giocando a nascondino con le
lucciole e le altre piccole vite notturne del bosco. Ma una cosa è amare e
visitare un luogo, altra è lasciare il proprio mondo per venire a vivere
quaggiù! La fanciulla si ammalò di nostalgia: la luce del sole era accecante
durante il giorno e non le dava pace; poteva vedere il volto pieno della madre
solo una notte al mese e il sorriso della Luna le mancava moltissimo. Amava il
Principe, di un amore pieno e vivo, ma ogni giorno diventava più pallida e
triste. Così tornò da sua madre: come ai tempi del loro breve fidanzamento, il
Principe e la Principessa si incontravano nel bosco solo nelle notti di Luna
Piena.
Non era una buona soluzione.
Scese la mestizia nel cuore del Principe e contagiò tutto il popolo dell'Antico
Regno. Il giovane ormai vagava per il bosco, dove ogni radura, ogni gioco di
luce ed ombre, gli ricordava il sorriso della Principessa. Ma si sentiva solo,
perché la Sposa era perduta e lontana!
Un bel giorno, però, fece un
incontro particolare che si rivelò provvidenziale per la vita di tutto il
Regno, per il suo popolo e le sue montagne. Passava nel bosco a quel tempo il
Popolo dei Salvàns, guidato dal proprio Re. Piccoli come gli gnomi, operosi
come i folletti, i Salvàns erano alla ricerca di una Terra dove stabilirsi. Fu
stretto un patto tra l'Antico Regno delle Dolomiti e il Popolo dei Salvàns: le
Montagne avrebbero assunto un aspetto nuovo, più adatto perché la Figlia della
Luna potesse trovare dimora sulla Terra e, in cambio, i Salvàns avrebbero fatto
di quei boschi ospitali la loro casa per sempre.
Quella notte ci fu un gran
lavorio sulle Dolomiti: piccole mani veloci filaronono instancabilmente ogni
singolo raggio di luce lunare e il ticchettio dei telai, che tessevano una
splendida veste, bianca e luminosa, per le Montagne, riempì tutti i boschi, le
valli e le contrade dell'Antico Regno.
Da quel giorno molte cose
cambiarono: le Dolomiti divennero i Monti Pallidi che ancora oggi possiamo
ammirare; il Principe dell'Antico Regno e la Figlia della Luna si ritrovarono e
vissero felici e contenti, mai più divisi, la storia d'amore più lunga e
perfetta di tutti i tempi e di tutti i luoghi; i Salvàns trovarono finalmente,
dopo un lungo peregrinare, una patria accogliente dove abitare.
Così vi raccomando, se passate di
là, sollevate gli occhi alle pallide rocce delle Dolomiti e pensate che esse
sono una casa bianca e accogliente, come quella che solo un grande amore e un
lungo viaggio possono creare nel buio operoso di una notte.
Così vi prego, se attraversate
quei boschi, fatelo con passo leggero, abbassate la voce e lasciate, qua e là,
semplici e umili omaggi per il Piccolo Popolo che, ancora oggi, lì vive.
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