Tanto tempo fa, o forse ieri, quando in Terra di Sardigna gli uomini vivevano in pace e in armonia con la Natura, si dice che fosse facile per i pastori, o per le donne che andavano alla fonte, incontrare le Janas. Le janas erano donne bellissime, ma molto minute: sapevano filare e tessere, fili d'oro e stoffe preziose; cavalcavano bianchi cavalli dalla lunga criniera; conoscevano i rimedi di Natura e curavano con le erbe; danzavano, suonavano e cantavano. Si diceva che fossero le figlie predilette della Luna, nate da un suo candido raggio, filtrato tra le fronde dei boschi di lecci. Più tardi, quando i villaggi degli uomini si spostarono all'ombra dei Nuraghe, si dice che le Janas si ritirarono a vivere in piccole case scavate nella roccia. Presero a cavalcare i loro destrieri solo la notte e, durante il giorno, andavano nei boschi a filare e tessere, in compagnia di un cagnetto che abbaiava tre volte, se veniva qualcuno. Da allora gli uomini iniziarono a pensare che...