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Amorevoli consigli per aspiranti sempiterne fanciulle - by Red


“Quando sarò piccola mi direte cosa devo fare! Ma adesso sono grande, lasciatemi in pace!” Così dicevo quando in tutta la vita avevo visto passare al massimo quattro o cinque anni solari. Avevo capito tutto: il desiderio che avevo e quello che un giorno avrei avuto, e mai parole furono più sagge. 
Ora che piccola lo sono diventata davvero posso spiegarvi qualche segreto su come vincere su tutta la linea.
Come spesso capita in questo strano mondo, il segreto del successo sta nella finzione, nel negare sempre e comunque tutto. E il contrario di tutto, ovviamente. In primo luogo, se davvero come me siete piccole, è necessario darsi un tono da grande, in modo che nessuno possa dirvi cosa dovete o non dovete fare: negate, insomma, come e più di come fareste con un amante nell’armadio e un marito nel corridoio. Questi sono i metodi per darsi un’aria da “signora”:
  • abbigliamento curato, attenzione ai colori e allo stile (gli abbinamenti sbagliati fanno molto turba adolescenziale, l’eccesso di eleganza fuori luogo tradisce le intenzioni di una bimba che gioca a far la donna, il troppo sexy invece invecchia, e noi non stiamo certo negando di essere bambine per sembrare tardone, est modus in rebus!)
  • trucco intelligente. Per intelligente intendo dire una base sobria che sembri naturale e che neghi l’evidenza, cioè che nonostante la nostra fanciullezza interiore non sempre la pelle è liscia e rosea come quando eravamo grandi. Ci vuole un trucco che neghi le occhiaie, le eventuali preoccupazioni, tensioni e i residui di turbe adolescenziali che riaffiorano nelle occasioni meno opportune sotto forma di brufolo. 
  • atteggiamento gentile, sicuro di sé, pacato. Qualora gli stati d’animo non lo consentano negare tutto con un paio di chicchissimi, grandi, occhiali scuri.
Se siete riuscite a raggiungere il risultato sperato, ovvero quello di non avere orde di seccanti educatori alle calcagna, possiamo passare allo step 2, ovvero negare tutto quello che avevamo appena ribadito e riportare l’attenzione alla nostra incommensurabile giovinezza, fanciullezza per la precisione.
  • inserire nel trucco e nell’abbigliamento raffinato e adulto che avevamo individuato, degli elementi di rottura, di caratterizzazione, o meglio ancora di gioco. Ci sia un colore, un accessorio, un vezzo imprescindibile. Ci sia da qualche parte un rossetto, un tacco, un gioiello che ci faccia sembrare una bimba che gioca alla donna, solo uno però, altrimenti bisogna riniziare tutto da capo.

  • Inserire nell’atteggiamento pacato altri elementi di rottura: qua e là è auspicabile svampirsi, stupirsi vistosamente, arrabbiarsi, adombrarsi, ridere molto, rincorrere le papere al parco, farsi raccontare le favole, mettersi a giocare per terra. 
  • Se si eccede in queste pratiche una soluzione può essere quella di farsi accompagnare da un coetaneo (intendo un bambino vero di massimo 4 anni), il che può generare anche una enorme, tenera ammirazione nei vostri confronti, nel caso ne abbiate bisogno. L’altra soluzione è la solita: negare tutto! In tal caso si può riconquistare l’aplombe come per magia, in tempi così rapidi da indurre gli astanti  a pensare di aver sognato (questa opzione richiede però esercizio e nervi saldi) o in alternativa si possono mescolare le carte con colossali minchiate filosofiche, come per esempio “come mai chiedo sempre perché? È il tratto distintivo di chi sente di dover fare ricerca, sai penso che un ricercatore e bla bla bla…” o “Perché voglio a tutti i costi arrampicarmi per sbirciare cosa c’è lì dentro? Deformazione professionale!”

Quando avrete affrontato lo step 2 in maniera vincente potete rilassarvi, perché il grosso dello step 3  lo faranno gli altri: se e quando voi smettiate di negare inizieranno a farlo gli altri per voi:
  • “Devo farmi la tinta, tutti questi capelli bianchi non li posso vedere!” “Ma dai, che non ci crede nessuno, avrai la ricrescita perché ti fai rossa!” 
  • “Che mal di schiena, mi sa che sta per piovere!” “Ma va che sei una bimba, se ti metti a spostare le cassette piene, piccolina come sei, certo che ti fai male”
  • “Non ce la faccio più a tenere i ritmi di quando avevo vent’anni…” “Certo, e quanti anni avresti adesso?” 

Concluso il percorso appena descritto sarete diventati dei meravigliosi esseri senza tempo, entrerete praticamente in una dimensione di eternità premonitrice del paradiso. Attente però, se vi pesca Giacobbo son cavoli amari perché potrebbe vivisezionarvi per realizzare un servizio, alternativamente sul mistero della Madonna della pietà di Michelangelo o sul ritratto di Dorian Gray. 
A questo punto potrete scegliere se dire o no la vostra età solare, perché ormai avrete confuso talmente tanto le idee che capire se credervi o meno sarà difficile quanto trovare la regina rossa nel gioco delle tre carte: in pochi tenteranno l’impresa, e chi vorrà azzardare sbaglierà. Solo ora, divenute imperiture meraviglie degne di Coco Chanel, potrete dire: 
“che importa l’età, oggi siamo le ragazze che eravamo e che saremo!”. 
Ma fino ad allora, mi raccomando, negate tutto!

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