Il nido delle aquile bevitrici
Avevo deciso che, per assistere alla semifinale Germania-Italia degli Europei
di calcio 2012, mi sarei recato in un luogo diverso da un locale tranquillo, anonimo e
italiano. Ritenevo che sarebbe stato più interessante e stimolante, dal punto
vista culturale, fare visita a uno di quei covi dove si radunato tanti ma tanti
tifosi tedeschi appassionati e pieni di amore per i loro Nationalelf. Così,
conoscendo questo mio desiderio, il mio fidato Tandemspartner mi ha condotto in
un posto ignoto e affascinante: un'aula della Facoltà di Chimica e
Birra.
Siamo arrivati giusto in tempo per il fischio di inizio dentro quello spazio gradinato stracolmo di 300 Tedeschi, seduti ai banchi o sui gradini delle scale laterali o in piedi alla sommità vicino all'ingresso, tutti pervasi da un sentimento elettrico misto di ansia e fiducia davanti allo schermo gigante a tutta parete.
Siamo arrivati giusto in tempo per il fischio di inizio dentro quello spazio gradinato stracolmo di 300 Tedeschi, seduti ai banchi o sui gradini delle scale laterali o in piedi alla sommità vicino all'ingresso, tutti pervasi da un sentimento elettrico misto di ansia e fiducia davanti allo schermo gigante a tutta parete.
Io mi sono seduto in basso della scalinata di
sinistra, tranquillo, curioso e speranzoso di una buona partita non troppo
severa per la nostra piccola Nazionale tanto per uscire a testa alta da quel nido.
Fin dal primi minuti della gara la sala spingeva i ragazzi di Jog(h)i con corettini e voci accalorate e ogni loro buona azione era salutata con un bell'applauso amorevole e soddisfatto. Se la palla andava fuori in curva o Buffon pareva tiri elementari si sprecavano le imprecazioni di disdetta parlando già di "injusticia", come gli aveva insegnato il maestro di portoghese C. Ronaldo la sera prima, ma, allo stesso tempo, si promettevano anche che la prossima volta sarebbe stato molto diverso.
I Prandelli's Boys erano temuti e facevano spuntare un poco di pelle d'oca sulle giovani aquile bevitrici quando manovravano, per niente pericolamente, vicino all'area di rigore tedesca.
E il timore è diventata paura quando intorno al 20' quella simpatica canaglia di SuperMario Balotelli (ma chi lo marcava?) ha voluto fare goal. E' crollato giù il mondo, non hanno più sentito il pavimento sotto i loro piedi. Stupore. "PIRATEN!", come avrà di certo gridato quel tedesco cui un Italiano di Rimini gli rubò, un giorno, la fidanzata in vacanza sulla costa della piadina.
Fin dal primi minuti della gara la sala spingeva i ragazzi di Jog(h)i con corettini e voci accalorate e ogni loro buona azione era salutata con un bell'applauso amorevole e soddisfatto. Se la palla andava fuori in curva o Buffon pareva tiri elementari si sprecavano le imprecazioni di disdetta parlando già di "injusticia", come gli aveva insegnato il maestro di portoghese C. Ronaldo la sera prima, ma, allo stesso tempo, si promettevano anche che la prossima volta sarebbe stato molto diverso.
I Prandelli's Boys erano temuti e facevano spuntare un poco di pelle d'oca sulle giovani aquile bevitrici quando manovravano, per niente pericolamente, vicino all'area di rigore tedesca.
E il timore è diventata paura quando intorno al 20' quella simpatica canaglia di SuperMario Balotelli (ma chi lo marcava?) ha voluto fare goal. E' crollato giù il mondo, non hanno più sentito il pavimento sotto i loro piedi. Stupore. "PIRATEN!", come avrà di certo gridato quel tedesco cui un Italiano di Rimini gli rubò, un giorno, la fidanzata in vacanza sulla costa della piadina.
Non fosse mai
successo...Silenzio tombale. Rotto dall'urlo che non sono riuscito a trattenere
perchè sorpreso dall'avvenimento clamoroso. Onestamente
sembrava la tipica azione che poi un difesore di serie C riesce a sbrogliare
buttando il pallone in corner. Ovviamente se ci arriva.
Incredulità per il goal
e per la gioia di qualcuno. Il loro spazio vitale, porta e raduno, era stato
oltraggiato. Facce rammaricate ma simpatiche si voltavano in direzione mia
sorprese e divertite. Tranne una. E sì, c'era un tifoso ammantato del
tricolore tedesco e magari già un po' bevuto che sedeva davanti a me. Mi scrutò bieco e
leggermente inc*****o e minacciò vendetta con ghigno veramente rassicurante. Ma è
un gioco...E allora mi sparò lì una frase storica piena di filosofia e infarcita di
pizza e pizzeria (io da parte mia avrei integrato con mafia, mandolino, pasta,
espresso, chianti ecc.) alla quale non ho potuto ribattere che con Wurst e un Bier
e, in quel momento, la giovane aquila bevitrice ha intuito, forse, che la palla è rotonda.
E così la partita riprendeva da centro campo. Mestizia e incredulità dominavano i cuori e le menti di quei pulcini di aquile bevritrici ma alla prima azione ecco che il tifo si riaccendeva un po' e applaudivano pure i raccattappale che facevanoil loro dovere in modo eccellente. Ma durò poco...
Il minuto 36 confermava che Mario Balotelli si era svegliato con la luna buona e, poi, si vedeva che aveva trovato più fruttuosi gli allenamenti con il fratello nel parcheggio vicino al campo del ritiro che con la squadra...Montolivo azzecca un passaggio, Marione ha praterie davanti a sè, il sempre sorridente Neuer se ne sta fra i pali (?) e allora è ovvio che sono due.
Suicidio di massa. Disperazione. Silenzio. E chiaramente anche un urlo...
Ci speravano sul serio che fosse solo un caso. Che quella tristezza andasse via con i minuti e con i goal di un altro Mario...Anche il ragazzo ammantato di tricolore tedesco. Si volta, non ha più parole ma solo occhi lucidi di malinconia. E così scorrevano calde lacrime sui visi pallidi delle giovani aquili bevitrici...e il loro Jog(h)i era a terra sotto la sua panchina.
E così la partita riprendeva da centro campo. Mestizia e incredulità dominavano i cuori e le menti di quei pulcini di aquile bevritrici ma alla prima azione ecco che il tifo si riaccendeva un po' e applaudivano pure i raccattappale che facevanoil loro dovere in modo eccellente. Ma durò poco...
Il minuto 36 confermava che Mario Balotelli si era svegliato con la luna buona e, poi, si vedeva che aveva trovato più fruttuosi gli allenamenti con il fratello nel parcheggio vicino al campo del ritiro che con la squadra...Montolivo azzecca un passaggio, Marione ha praterie davanti a sè, il sempre sorridente Neuer se ne sta fra i pali (?) e allora è ovvio che sono due.
Suicidio di massa. Disperazione. Silenzio. E chiaramente anche un urlo...
Ci speravano sul serio che fosse solo un caso. Che quella tristezza andasse via con i minuti e con i goal di un altro Mario...Anche il ragazzo ammantato di tricolore tedesco. Si volta, non ha più parole ma solo occhi lucidi di malinconia. E così scorrevano calde lacrime sui visi pallidi delle giovani aquili bevitrici...e il loro Jog(h)i era a terra sotto la sua panchina.
Non sapevano più che cosa pensare...O aveva paura di pensare. O erano consapevoli che
il loro pensare era sicuro come inutile.
Si accendevano e si spegnevano come lampadine a intermittenza di un Natale fuori stagione per il resto del primo tempo. Forse non vedavano l'ora del fischio dell'arbitro per andare a rifornirsi di birra e aria.
Il secondo tempo è stato un rullo di tamburi di guerra. Erano entrati in aula decisi a sistemare i conti. Ma la loro magica nazionale d'acciaio non ne azzeccava una e si rendevano conto che stavano sbattendo contro un muro. E pure che quel muro poteva cadergli addosso facendo una miriade di 3-0 che li avrebbe fatti perire definitivamente. Se non fosse che...erano come gli zombie...rispuntavano quando meno te lo aspetti.
Si accendevano e si spegnevano come lampadine a intermittenza di un Natale fuori stagione per il resto del primo tempo. Forse non vedavano l'ora del fischio dell'arbitro per andare a rifornirsi di birra e aria.
Il secondo tempo è stato un rullo di tamburi di guerra. Erano entrati in aula decisi a sistemare i conti. Ma la loro magica nazionale d'acciaio non ne azzeccava una e si rendevano conto che stavano sbattendo contro un muro. E pure che quel muro poteva cadergli addosso facendo una miriade di 3-0 che li avrebbe fatti perire definitivamente. Se non fosse che...erano come gli zombie...rispuntavano quando meno te lo aspetti.
I 5 minuti finali sono stati scanditi
da incitamenti e grida di stizza. Fino al rigore. Un boato esplose in ogni
angolo. Un terribile pensiero attraversò la mia mente. Notai che era sparito il ragazzo ammantato di tricolore tedesco. Chissà, probabilmente era andato in qualche pizzeria a
masticare una pizza o scolarsi una birra, o tutti due le cose, tanto per iniziare a dimenticare.
Erano pronti per il pareggio...
Sì, la prossima volta. Fine. Silenzio. Incredulità. Tristezza.
E sportività. Nessuna recriminazione. Nessun grido di vendetta. Il campo ha
parlato. E ha detto che sono sconfitti.
Le giovani aquili bevitrici uscivano tranquille. Fuori erano già pronti i tavoloni per la festa, che avrebbero voluto dedicare a una vittoria e, invece, era ora per trascorrere una nottata in compagnia a sognare ancora un'estate italiana.
Le giovani aquili bevitrici uscivano tranquille. Fuori erano già pronti i tavoloni per la festa, che avrebbero voluto dedicare a una vittoria e, invece, era ora per trascorrere una nottata in compagnia a sognare ancora un'estate italiana.
Domani c'è un'altra partita alle 20,45. Spagna-Italia. Pare che sia l'ultima.
Sappiamo già come andrà a finire, no?
Gli Azzurri hanno disputato delle discrete partite facendo emergere quanto le altre squadre siano, onestamente, peggio. Chi l'avrebbe mai detto? Le Furie rosse, campioni uscenti e favoriti, avranno l'orgoglio e la forza di difendere il titolo con qualsiasi formazione e schema.
Vamos a matar, companeros
Paul_Blau_Vierzig
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