SIGLA!!!
Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge alle 7:35 e tramonta alle
17:36.
Luna: Luna piena il 27 di
gennaio alle 4:40. Poi, per tutto il resto della settimana sarà luna calante.
Cielo del mese, i pianeti: Giove,
il gigante gassoso, si può osservare,
per gran parte della notte, nella costellazione del Toro, dove si muove molto
lentamente con moto retrogrado. Il 30 di gennaio inverte la marcia e ritorna al
monto diretto.
Onomastici: Tanti auguri a tutte coloro e tutti coloro che portano
il nome di: Angela (Merici), Devota, Giuliano, Marino, Teodorico (di Orleans), Vitaliano (27 gennaio); Tommaso (d’Aquino), Valerio (di Saragozza), Carlomagno
(28 gennaio); Aquilino, Papia e Mauro, Sabrina (29 gennaio); Alda,
Batilde, Giacinta, Martina, Mattia (vescovo di Gerusalemme), Savina (30 gennaio); Giovanni (Bosco), Ciro, Marcella (di Roma),
Francesco Saverio Maria (Bianchi,
barnabita), Valdo (31 gennaio); Brigida (d’Irlanda), Giovanni (della Graticola), Orso (di Aosta), Severo (di Ravenna), Trifone,
Verdiana (1° febbraio); Lorenzo (di Canterbury), Adalbaldo (2 febbraio); Biagio, Oscar, Anna (profetessa),
Lupicino, Leonio (3 febbraio).
Il Santo: Il 3 di febbraio la Chiesa ricorda san Biagio, vescovo. Egli
fu uno dei quaranta martiri di Sebaste, in Armenia, nel 306. Questo Santo è
molto venerato nel Lazio: nella sola Roma gli furono dedicati ben
cinquantaquattro edifici, tra oratori e chiese. È patrono dei suonatori di
strumenti a fiato, dei laringoiatri, dei cardatori di pelli, dei materassai e
anche uno dei tanti patroni degli agricoltori. Tradizionalmente lo si invoca contro
il mal di gola e la tosse; infatti, si dà anche una benedizione particolare
perché impartita con due ceri benedetti incrociati e posati sul collo del
fedele che la riceve. Le giovani in età da marito invocano san Biagio per
trovarne uno, possibilmente buono!
Compleanni storici: Il 1° febbraio 1921 a Genova nasceva Teresa Mattei, partigiana e la più
giovane eletta dell’Assemblea Costituente.
Questa settimana accadde: Il 1° febbraio 1982 nacque Radio DeeJay.
La notizia del giorno… un anno dopo: Olbiesi ad honorem. Principi,
preti e cavalieri (L’Unione Sarda, Edizione del 29 gennaio 2011, pagina di
Olbia e provincia).
Ricorrenze: Il 28 di gennaio si celebra la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra. Per non dimenticare il come
e il perché il mondo permetta che una malattia “curabile” con antibiotici, sia
il flagello e la condanna per intere popolazioni, oggi!
Curiosità: In questi giorni ad Aosta si svolge la Foire de Saint-Ours, la fiera
dell’artigianato tradizionale valdostano. Si tiene dall’Anno 1000, così vuole
la tradizione, in ricordo di sant’Orso,
monaco irlandese morto nel 529, che donò i tradizionali sabot ai poveri della città, nella zona della collegiata, dove
sorgeva una basilica paleocristiana e che a lui fu dedicata attorno, appunto,
al 1000. Il 30 e il 31 gennaio nel centro cittadino si incontrano più di mille
espositori e di centocinquantamila visitatori.
Le buone maniere di ieri e di oggi: La settimana scorsa abbiamo
conversato sul tono di voce da tenersi nei luoghi pubblici, come ad esempio
ristoranti e bar. Oggi vorrei estendere l’eccezione anche ai mezzi pubblici e
all’infausta usanza di ascoltare musica a tutto volume al cellulare,
utilizzando il “vivavoce” e non quel meraviglioso, piccolo aggeggio che la
Comunità Europea ha previsto sia accessorio in dotazione obbligatoria per la sicurezza al volante. Violet suggerisce che,
per la sicurezza di tutti, sia di chi non vorrebbe sentire certe hit del
momento, che per coloro che ci costringono ad udirle (attenti all’ira del
mite!), sarebbe il caso di utilizzare gli auricolari o cuffie sempre, non solo
quando si è costretti ad effettuare una chiamata urgente mentre si è alla guida
di un veicolo a motore. Grazie!
La matita Rossa e Blu: Chiacchieravo amabilmente con una mia amica,
qualche giorno fa, quand’ecco che in un suo racconto ravvisavo del succulento
materiale per la nostra rubrica. Vogliamo privarcene? Giammai! “Cara”, le dice
la collega (insegnano in una scuola elementare), “tu che sei il nostro genio
della lingua inglese, mi spieghi il significato della parola incipit? L’ho cercato nel vocabolario,
ma nel mio non c’è!”. Dopo essersi ripresa, pare che la mia amica abbia avuto
appena il coraggio di chiedersi se, ad insaputa della civile società, sia
capitato che qualcuno dei mille e mille Ministri della Pubblica Istruzione
della storia della Repubblica abbia sospeso per un quadriennio l’insegnamento
della Lingua Latina alle Magistrali dei tempi che furono. Ai miei lettori
l’ardua risposta ed ogni altra considerazione.
Il Lama racconta: A quei tempi, quando fare il pane era un rito,
quando le donne si alzavano alle tre del mattino e si riunivano i vicinati,
quando i bambini curiosavano e sonnecchiavano in sos scannixeddos in attesa di ricevere un pezzetto di pasta, pronta
a farne piccole forme pintadas, a
quei tempi, sulla collina, nel loro castello diroccato, anche le Janas facevano
il pane. Le loro mani piccole impastavano veloci, e cantavano e ballavano con
le finestre aperte al chiaror di Luna, che le guardava benevola dall’alto e
indirizzava loro i suoi raggi più brillanti. Ma si sa, Luna non deve vedere il
lievito! Lo dicono tutte le donne previdenti di questo mondo. Lo ricordano alle
amiche quando vanno a chiederne, se ne sono rimaste prive. Lo nascondono nella
stanza più buia di casa, protetto in fazzoletti scuri e ancora tra le pieghe
delle gonne, prima di uscire. Le Janas, però, vivono alla Luna, amica e sorella.
Danzano per lei, vita e gioia, con lei, pieni e vuoti, rotondità e sinuosità,
senso e natura. Così, a vicenda, non si nascondono niente, neanche il lievito.
E quando la luna scende, capita che la pasta scenda con lei. A quei tempi, a
Cabras, molte donne, nel cuore della notte, sentivano bussare alla porta. Erano
le Janas. E, in cambio di piccoli tesori, di tele dorate luccicanti, chiedevano
un po’ di lievito per il loro pane. Poi correvano veloci, sul sentiero della
collina, con in mano un fazzoletto di tela scura che avvolgeva un tesoro ancora
più prezioso. E tutt’attorno la loro risata squillava lieta nella notte. Solo
poche ore, ed il profumo di pane fragrante avrebbe invaso collina e villaggio (Lievito e Luna, Violet, per La Rassegna Stronza, Liberamente tratto da un’antica leggenda
della Sardegna).
Così parlò zio Gecob: Qualche volta
lungo la strada si ha la fortuna di
incontrare se stessi negli occhi di qualcun altro.
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