SIGLA!
Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge alle 7:42 e tramonta alle 17:20.
Luna: Luna crescente. Primo
quarto il 18 di gennaio alle 23:47.
Cielo del mese, i pianeti: Per tutto il mese Mercurio è inosservabile. Il pianeta si avvicina al Sole fino alla congiunzione del 18 gennaio.
Onomastici: Tanti auguri a tutte coloro e tutti coloro che portano
il nome di: Ilario (di Poitiers), Ivetta, Leonzio, Remigio (di Reims),
Vivenzio (13 gennaio); Dazio, Nina (apostola della Georgia), Potito,
Saba (14 gennaio); Arsenio, Bonito, Efisio (di Cagliari),
Ida, Mauro, Romedio (15
gennaio); Berardo, Otone, Pietro,
Accursio e Adiuto (protomartiri dell’Ordine dei Frati Minori), Marcello (I papa), Priscilla (di Roma), Troviero
(16 gennaio); Antonio (abate), Roselina (di Villenueve), Leonilla, Sulpizio (17 gennaio); Zenone
e Melanippo, Prisca, Margherita (d’Ungheria), Successo, Paolo e Lucio (18 gennaio); Archelaide,
Tecla e Susanna (martiri di Salerno),
Germanico, Macario (il Grande), Ponziano
(di Spoleto), Remigio (19
gennaio); Fabiano (papa), Molacca, Neofito (di Nicea), Sebastiano
(20 gennaio).
Il Santo: Il 16 di gennaio (in altre località il 18) la Chiesa
ricorda santa Priscilla. Fu martire a
Roma nel 98; nonna di Prassede e Pudenziana, a loro volta sante, madre del
senatore Pudente, divenuto santo pure lui.
Il nome: Il nome che vi propongo questa settimana è Priscilla. È il diminutivo femminile del
latino Priscus e significa “antica”. Il suo numero fortunato è il 3;
il suo colore è il blu; la pietra portafortuna di chi porta il nome Priscilla è lo zaffiro; il metallo ad esso legato il rame.
In Italia sono poco meno di settecento
le donne che portano questo nome, il 21% delle quali vivono in Friuli, il 19,8% in Umbria e il 15,4% nel Lazio.
Pochissime nel resto del Paese. Nella classifica dei nomi più comuni si attesta
al milletrecentonovantesimo posto.
Per quanto raro io lo trovo molto bello: mettetelo alle vostre future bimbe!
Priscilla: prodigiosa, romantica, interessante, sensuale, combattiva,
intelligente, logica, ammirata.
Compleanni storici: Il 15 gennaio 1622 nacque Moliere.
Questa settimana accadde: Il 19 gennaio 1853 fu rappresentato per
la prima volta il Tovatore di
Giuseppe Verdi.
La notizia del giorno… un anno dopo: Città ciclabile: oggi pedalata
alla ricerca di una pizzeria (L’Unione Sarda, Edizione del 18 gennaio 2012, p. 21).
Feste e ricorrenze: Il 13 di gennaio si celebra la Giornata Mondiale per il Dialogo tra
Religioni e Omosessualità. Speriamo che qualche mente illuminata ne parli!
Curiosità: Inizia il Carnevale.
In Sardegna “fuochi” per Sant’Antonio abate (o del porcellino) e San
Sebastiano, a seconda delle zone e delle tradizioni. Prime discese delle
maschere tradizionali: Su Maimulu a
Ulassai, Boes e Merdules a Ottana, Su Bundu a Orani, Mamuthones e Issohadores a Mamoiada, Sos Corriolos a Neoneli, S’Urtzu
e Mamutzones ad Aritzo, Maschera a
Gattu a Sarule, Maschera a Lenzolu
a Aidomaggiore, Sos Cotzulados a
Cuglieri, S’urtzu e sos Bardianos a
Ula Tirso, Sas Mascaras Nettas e Sas
Mascaras Bruttas a Lodè, Is Cerbus
a Sinnai, Is Mustayonis e s’Orcu Foresu
a Sestu, S’Urtzu e is Sonaggiaos a
Ortueri, Mamutzones a Samugheo, Sos Corrajos a Paulilatino, Urthos e Buttudos a Fonni, Su Corongiaiu a Laconi, S’Urtzu e Sos Colonganos ad Austis, Sos Tumbarinos a Gavoi, Sa Filonzana in diverse località del
nuorese, Su Battileddu a Lula, Sos Thurpos e S’Eritaju a Orotelli.
Le buone maniere di ieri e di oggi: Abbiate pazienza, amici, se
Violet vi tedierà anche questa settimana con alcune considerazioni
sull’opportunità o meno di rivolgere un saluto
nei luoghi pubblici. Potrà sembrarvi ozioso, o stucchevole, chiederci il valore di un saluto e soprattutto della
grazia e della spontaneità con cui è porto, ma ritengo che la vita sia
difficile per almeno un milione di
buoni motivi, senza dover aggiungere la nostra incostanza e disattenzione agli
altri. Non trovate? È differente avvicinarsi allo sportello, alla banca, alla
posta, all’ospedale (quando dobbiamo pagare il tiket per una visita) e alzare
per un attimo lo sguardo, fissarlo su quello di chi troviamo di fronte e
augurare “Buongiorno”. È differente. Lo è anche se spesso non ci badiamo. Anche
se non lo sembra. Lo è soprattutto se, pian piano, quel gesto diventa
spontaneo, immediato e reciproco. Pensateci: che siate da una parte o
dall’altra dello sportello poco importa. Basta iniziare. È il bello del gratuito della vita di tutti i giorni.
Il Lama racconta: “Quando il primo bambino rise per la prima volta
la sua risata si infranse in mille e mille piccoli pezzi, che si dispersero
scintillanti per tutto il mondo. Così nacquero le fate”. James Matthew Barrie
racconta con queste parole l’origine delle fate, in Peter Pan, il suo libro più
famoso. Ma come sono nate le Janas, le piccole fate sarde? Nessuno lo sa, o
forse, semplicemente, nessuno più lo ricorda, perché la loro origine si perde
nella notte dei tempi, quando la nostra Isola era popolata dai Giganti e per
essi si edificavano grandi tombe, quando le fate non dovevano nascondersi e
potevano vivere felici nelle Domus, piccole piccole, adatte alla loro misura.
Sappiamo che esistono, però. E che i bambini, con i loro teneri sorrisi, sono
le loro creature preferite. Si dice, ma io so che è vero, perché quando ero
piccina le ho viste, che le Janas si accostino alle culle dei bambini appena
nati. Emanano una luce bellissima, intensa e incantata. Allora puntano i loro
occhietti sul nuovo arrivato e decretano il suo destino. Le Janas, infatti, non
sono né buone, né cattive. A volte però sanno essere permalosette e dispettose,
e se il bimbo ha paura o fa loro le smorfie, può capitare che i suoi giorni
siano un po’ agitati. Ma per il bambino che calma il suo pianto al loro
splendore, e sorride, l’avvenire è di certo splendente! (Come sono nate le Janas?, Violet, per La Rassegna Stronza, Liberamente tratto da un’antica leggenda
della Sardegna).
Così parlò zio Gecob: Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il
male con il bene.
Così aggiunse Violet: Sono testarda come un asinello sardo! E me ne
vanto!!!
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