SIGLA!!!
Sole: A Cagliari (lat.
39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge
alle 7:39 e tramonta alle 17:28.
Luna: la Luna è gibbosa crescente. Avremo Luna piena il 27 di gennaio alle 4:40.
Cielo del mese, i pianeti: Saturno,
il “Signore degli Anelli” astronomico, anticipa sempre più il suo sorgere tanto
che a fine mese sarà osservabile praticamente per tutta la seconda parte della
notte e all’inizio dell’alba si troverà nella culminazione a Sud. Il pianeta si trova nella costellazione della Bilancia.
Onomastici: Tanti auguri a tutte coloro e tutti coloro che portano
il nome di: Fabiano (papa), Molacca, Neofito (di Nicea), Sebastiano
(20 gennaio); Agnese, Bartolomeo (Albano Roe), Epifanio (di Pavia), Patroclo (21 gennaio); Vincenzo (di Saragozza), Anastasio (di Asti), Ursicino, Teodolinda, Valerio (22
gennaio), Amasio, Clemente e Agatangelo, Severiano e Aquila (sposi), Emerenziana (23 gennaio); Francesco (di Sales), Babila, Timoteo e Agapio (di Antiochia),
Sabiniano, Vera e Supporina (24 gennaio), Agileo,
Anania (di Damasco), Bretannione, Poppone, Proietto e Amarino
(25 gennaio); Tito e Timoteo, Alberico (di Citeaux), Teogene (di Ippona), Senofonte, Maria (e figli), Paola Romana (26 gennaio); Angela (Merici), Devota, Giuliano, Marino, Teodorico (di Orleans), Vitaliano
(27 gennaio).
Il Santo: Il 24 di gennaio si commemora Francesco di Sales, santo e dottore della Chiesa (1567-1622).
Vescovo di Ginevra, è stato un grande maestro di spiritualità, forse uno dei
più grandi. Scrisse la Filotea, il Teotimo e molte altre opere
mistico-ascetiche, tanto da essere considerato il padre della spiritualità
moderna. Sono splendide anche le lettere contenute nel carteggio spirituale che
ebbe con santa Giovanna di Chantal, insieme alla quale fondò l’Ordine della Visitazione. Fu apostolo
della dolcezza e della mitezza, a cui
si ispirarono molti altri santi dopo di lui. È patrono dei giornalisti, di cui lo stesso giorno ricorre la festa, scrittori,
autori e media. Protegge i sordomuti.
Compleanni storici: Il 21 gennaio 1905 nasceva Christian Dior.
Questa settimana accadde: Il 26 gennaio 1965 l’Hindi divenne la lingua ufficiale dell’India.
La notizia del giorno… un anno dopo: Via Baccaredda, quel tappo
insopportabile (L’Unione Sarda, Edizione del 22 gennaio 2012, p. 21).
Ricorrenze: Il 27 di gennaio si celebra il Giorno della Memoria. La scelta di questa data fu compiuta per
ricordare il 27 gennaio 1945, giorno della liberazione dei pochi superstiti del
campo di concentramento di Auschwitz, da parte delle truppe dell’Armata Rossa.
In questo giorno, per una risoluzione dell’ONU, datata 1° novembre 2005, si
commemora la Shoah e tutte le vittime del nazismo e del fascismo.
Curiosità: Il carnevale ogliastrino
di Ulassai ha luogo dalla notte di
San Sebastiano fino al giorno di Martedì grasso ed è caratterizzato dalla
questua in onore del fantoccio “su
Maimoni”, e dalle varie maschere: sa
Ingrastula, ossia la madre del carnevale, su Maimulu, personificazione vivente del Carnevale stesso, l’orso, Ursu, o “omini aresti”, con i guardiani.
Le buone maniere di ieri e di oggi: Oggi si parla del tono di voce da tenersi in luogo
pubblico. Ci sono vari casi, da analizzare, ma scopriremo che il contegno da
tenere deve essere il medesimo. Partiamo da un piccolo esempio, coloro che
fanno colazione al bar nel tavolino a fianco al vostro. Sono sicura che sia
capitato a tutti di non riuscire a godersi la propria tranquilla e faceta
conversazione a causa del volume sostenuto delle conversazioni dei vicini. Non
c’è niente di più irritante, per chi lo subisce, e di più evitabile, con un
pizzico di attenzione, per chi pratica la rincorsa al decibel proibito. Basti
ricordare che, così come a noi può capitare di avere dei vicini di tavolino
urticanti, possiamo facilmente essere altrettanto per gli altri. E viceversa!
Il Lama racconta: A voi che avete occhi per vedere ed orecchi fini,
voglio narrare questa storia. Al vostro spirito che sente e nel sentire palpita
e ricorda. Allo sguardo che nel buio scruta e vede. Al sorriso che vi si
accende dentro, voglio sussurrare il segreto che mi hanno svelato le Janas, nei
giorni che le incontrai. Erano tre fate, piccole piccole, ed io una bimba. Ero scappata.
Forse sarei riuscita a recuperare mezz’ora di libertà, prima che il babbo mi
ritrovasse alla finestra del castello diroccato, nel fitto del bosco. Sapeva
dove venire a cercarmi. Eppure a me piaceva perdermi proprio là, anche se il
tempo era breve. Non avevo ancora raggiunto le scale, passai l’arco di pietra
e, prima di salire, volsi lo sguardo a sinistra, laddove si dipanava il bosco,
con le sue querce e il lecceto. Fu lì che le incontrai. Abbeveravano i loro
bianchi destrieri alla fonte più nascosta. Nei tempi che furono, molti le
avevano viste cavalcare, eleganti e leggere, i capelli ramati sciolti al tocco
della brezza. I giovani più valorosi e più veloci si erano lanciati al loro
inseguimento, ma nessuno mai era riuscito a raggiungerle. Sempre svanivano,
portate dal vento; allora quei valorosi seguivano le orme lasciate dai destrieri
bianchi. Ma si perdevano, ché erano fatate. Ora erano lì. A pochi passi da me.
Mi avvicinai e salutai quelle signore minute e benevole, accarezzai la criniera
del più giovane dei loro cavalli. E vidi gli zoccoli dei destrieri girati a rovescio. Lasciarono che scoprissi il
loro segreto, per il quale nessuno, per quanto veloce, potrà mai raggiungerle e
ritrovarle. Ora lo sapete anche voi. Ma non ditelo. Non vi crederebbero.
Soltanto noi Janas, conosciamo il senso profondo del a rovescio. E corriamo libere, in groppa ad un cavallo bianco senza
nome e senza stalla (I bianchi destrieri
delle Janas, Violet, per La Rassegna Stronza, Liberamente tratto da un’antica leggenda della Sardegna).
Così parlò
zio Gecob: Ma quando sediamo vicini,
insieme, scivoliamo l’uno nell’altra, ci fondiamo con frasi e parole. Il
confine tra noi sfuma, è avvolto nella nebbia. Siamo impalpabile territorio.
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