Caro papà,
lo so che non è il massimo ridursi ad aspettare sempre le occasioni comandate come queste, ma tu lo sai benissimo che io e te non siamo mai stati particolarmente espansivi coi sentimenti, sarà per vergogna, sarà per timidezza.
Non ho tantissimi ricordi dei miei primissimi anni di vita, dei primi quattro diciamo, ma c'è un ricordo che torna spessissimo, un'immagine più che altro: io e te di domenica mattina a terrapieno affacciati a salutare mamma che sbatteva i tappeti dal balcone di casa in via San Giovanni. L'altro ricordo che ho invece riguarda una vecchissima sagra di Sant'Efisio in via Sassari: penso che fosse via Sassari, l'ho detto che non sono ricordi chiarissimi. Comunque c'eravamo io e te a vedere Sant'Efisio. Erano domeniche o giorni di festa, alcuni dei pochi giorni in cui c'eri. Beh, è vero, papà, se ti dico che non c'eri mai, ma ho sempre capito perché. Con mamma non avete mai voluto privarci delle cose che ritenevate importanti per la nostra educazione oltre la scuola e quindi ci avete mandato a fare tanto sport, agli scout, a tutto quello che potesse aiutarci a crescere meglio, anche se questo comportava più sacrifici lavorativi. Così la mattina lavoravi all'Università e la sera a fare pizze (...e che pizze quelle di Zio Tore de La Marinella, eh!). Non te ne ho fatto una colpa quindi e sai anche bene quanto mi sia incazzata il giorno in cui due bigotte in chiesa misero in dubbio la moralità di mamma e il fatto che avessi un padre veramente. Qualcuno ricorderà ancora le urla, ma francamente non mi interessa. Io sono sempre stata orgogliosa di te, anche se non sono mai riuscita a dirtelo. Mi ha sempre affascinato il fatto che ai miei occhi di bambina riuscissi sempre a fare tutto: aggiustare mobili, cambiare lampadine, fare le prese per la corrente, misurare la pressione, mettere i cerotti, cambiare le ruote alle macchine, montare le mensole senza metterle storte, fare le zeppole (con gli spicchi d'aglio o le monetine dentro per scherzo), Cioè, bisognava essere veramente super per saper fare tutto questo. E tu lo eri super! Un giorno però, che forse avevo 12 anni, mi sembrava concretissima la possibilità di perderti. Ti eri sentito male, ma male veramente, al lavoro e la tua fortuna è stata che lavoravi praticamente in un ospedale. Non hanno voluto che ti vedessi, ma capivo perfettamente che la situazione era difficile. Il cuore è rimasto un filo acciaccato, ma tu ti sei ripreso. E come dimenticare poi quella volta, celeberrima nella nostra mitologia familiare, che hai soccorso un ragazzo in spiaggia e, dopo averti caricato in elicottero, ti hanno portato da Chia al San Giovanni di Dio pur essendo in costume da bagno e senza nemmeno le ciabatte da mare? Che papà supereroe!!! Poi è arrivata l'adolescenza, la fase classica del conflitto e ce ne siamo dette tante, forse ti sei anche dispiaciuto di certe mie risposte poco amichevoli, forse hai sperato che col tempo mi rendessi conto che avevo un po' esagerato. In effetti si, me ne rendo conto perfettamente e me ne rendevo conto anche allora, ma avevo probabilmente bisogno di emergere io come persona e non di restare la piccolina di casa. Chissà, magari sono stata un po' più "ribelle" dei miei fratelli per volontà di differenziarmi. Quello che ho capito da figlia è che era durissimo essere "la figlia/il figlio che i propri genitori vorrebbero" per cui ho cercato di far uscire "la figlia che ero", a volte non nel modo migliore... Diciamo che 8 volte su 10 non era nel modo migliore. Ma comunque devo dirti grazie per avermi permesso di diventare la persona che sono adesso. Spero di aver ereditato da te, oltre alle millemila allergie, la tua qualità migliore: l'onestà. Sei stato onesto fino a sembrare a volte tonto, ma sei sempre rimasto assolutamente integro con te. Lasciatelo dire: nelle tue scelte non hai nulla da rimproverarti! Noi figli e, visto che ormai sei anche papà al quadrato ovvero nonno, i nipotini dovremmo prendere soltanto ad esempio questa onestà. Grazie papà, e auguri!
Ah, visto che ci sono però un consiglio lasciatelo dare lo stesso: smetteresti di fumare il sigaro?
La "sempre piccola di casa" Pink!
P.S.: Nella foto, il papà di Pink che medica Pink dopo una delle millemila sbucciature alle ginocchia! Notate la drammaticità...
Papà che sorride su un intervento di alta chirurgia mentre, la piccola paziente, mostra il suo lato più duro e rude ridendo, a bocca larga, per il dolore .....
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