La domenica delle cugurre in un minuto
Ma andiamo per gradi.
Torino – Cagliari, dicevamo. Io la temevo un po’. Il Torino
è una squadra difficile e tenace, e da quando non è più dei nostri, con Ventura
di solito ne diamo o ne prendiamo, ma non c’è mai da rilassarsi. Tutto avviene
in un minuto: il vantaggio rossoblù e il pareggio granata, l’esultanza e il
porca miseria, un minuto e un punto. Anche il resto della settimana vola tutto
in un minuto, a dire il vero, altrimenti oggi non starei scrivendo due giornate
in una.
Poi arriva l’Inter. Fanno tanto i fighi adesso per un 2-1 ma
all’andata gliene avevamo fatti quattro, io non lo dimenticherei. C’era Zeman
allora, e tanta speranza. E dopo quella vittoria le cugurre giacevano
tramortite. Oggi no, tutte vive, vegete e vitali. Ormai è tradizione: il
Cagliari gioca solo un tempo, due sono troppi. Con Zola come con Zeman, per
dovere di cronaca. Però il fatto strano di questa settimana è che il tempo in
bianco se ne va su uno zero a zero, nel tempo buono ne prendiamo due, facendone
invece uno solo, per mano, anzi piede, di Longo, al suo primo goal in serie A,
bravo bimbo. E sbagliamo un’infinità di occasioni, mangiamo reti come se avessimo
finito ora una lunga dieta e fossimo in una fabbrica di cioccolati, e
nonostante il gioco, l’impegno e la tenacia, non portiamo a casa nulla di
niente. Solo un’orda di cugurre redivive, vitali come non le si vedevano da
anni. Serie B, Serie B, Serie B, non sanno dire altro che Serie B. E che sarà
mai! C’è anche chi se la passa peggio di noi, non siamo mica il Parma!
A me sta bene, se salvezza dev’essere che almeno venga l’ultimo
giorno, così si festeggia. Se invece sarà B, ci libereremo di tutte le cugurre
per almeno un campionato, e le daremo in dotazione alla Signora, che tanto raccatta
pseudo tifosi delusi da ogni contrada.
Quindi, ricapitolando, proviamo a stilare un piano d’azione
per portare a casa questo campionato:
Poniamo come assunto iniziale che il calcio è un gioco e che
ci dovremmo divertire, per fare questo occorre:
1 – che i giocatori giochino, come fossero bambini, con
quella voglia di vincere che ti fa venir voglia di sgonfiare il pallone a ogni
avversario che segna.
2 – che i tifosi tifino, mettano le loro energie in qualcosa
di più positivo di portare sfiga.
3 – che i presidenti si salvino, ché “morto un Cellino se ne
fa un altro” ormai è una verità inconfutabile.
Questa è la mia idea e secondo me può funzionare.
Fuori da Cagliari la situazione non è molto più rosea, ecco
un breve riassunto dei fatti. Ci sono i tifosi del Feyenoord che sono andati a
Roma a bere e birra e fare pipì, i tifosi della Roma che non vedono l’ora di
andare a Rotterdam per dimostrare che loro hanno le vesciche più capienti, i
tifosi della Juventus che non hanno altro da fare che mettere striscioni contro
Napoli e Catania, anziché gioire del fatto che neanche ieri contro il Borussia
hanno fatto una figuraccia in Europa, come da copione negli anni di Conte. Poi c’è
il Parma che è fallito e non si sa se finirà il campionato, la Roma che fa così
tanti regali ai nostri più diretti nemico da far rinvenire il Napoli, la
Juventus sempre più prima, sempre più gobba e sempre più dimentica del suo
antico odio per Allegri. Insomma, meno male che tutto questo è successo in un
minuto perché se si fosse trattato di una cosa lunga sarebbe stato insopportabile.
E poi c’è il nostro angolino di felicità, il nostro
cuoricino di Barbagia, la nostra più grande scoperta e la nostra più
intelligente trovata. Il Tonara nostro che vince a su Nuratze contro la
Dorgalese, con uno splendido goal di Pili e una prestazione eccezionale di uno “scatenato
Calaresu”, per citare l’Unione Sarda. Sempre meglio ragazzi, sempre più in
corsa in un campionato che, secondo me, promette grandi magie!
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