Giornata dell'Infanzia. Articolo 7 della convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza by Violet
Che significa
Montecchi?
Nulla: non una
mano, non un piede,
non la faccia,
né un’altra parte del corpo di un uomo.
Che cosa c’è
in un nome?
Ciò che noi
chiamiamo con il nome rosa,
se anche lo
chiamassimo con un altro nome,
sarebbe pur
sempre lo stesso dolce profumo.
Avete mai visto un bambino che scarta un regalo e scopre che contiene un peluche, un pupazzo o una bambola? Prima la guarda ammirato. Poi la rigira in mano, come ad abituarsi a quella nuova presenza, a ricercarne l’essenza e la diversità. Infine, si rivolge alla mamma e al papà e chiede: “Come si chiama?”. Spesso i genitori rispondono che non ha ancora un nome, che glielo deve scegliere lui e si spalanca un mondo di fantasia e ipotesi.
Avete mai visto qualcuno che
trovi un cucciolo abbandonato? Lo raccoglie, lo nutre, lo porta a casa e gli dà
un nome. Solo allora, quando lo può
chiamare, diventa per lui una presenza, un amico.
Avete mai sentito parlare una
futura mamma del bimbo che porta in grembo? Se non ne conosce il sesso, trova
un nomignolo adatto sia ad una
femminuccia che ad un maschietto per rivolgersi al suo piccolino; altrimenti
inizia a chiamarlo per nome, anche se
non è detto che sia quello definitivo. E quando nasce lo prende tra le braccia
per la prima volta, guarda estasiata il suo volto, e pronuncia piano il suo nome: ne prova il suono, se ne abitua,
lo ripete alla sua creatura come una nenia, affinché diventi suo!
Siete andati a scuola? Quanti
giorni della vostra vita avete risposto distrattamente o in maniera infastidita
all’appello?
Avete mai assistito ad un
matrimonio? O ad un battesimo? O ad una cresima?
Vi siete laureati? Avete fatto un
giuramento? O una promessa solenne?
Come sarebbe stato se, dalle
diverse formule utilizzate in tali cerimonie, fossero stati cancellati i nomi? Chi si è unito in matrimonio a
chi, se non si specifica l’identità dei due sposi tramite il loro nome? Avreste dubitato di sognare di
essere laureati, se il presidente della commissione avesse omesso dalla formula
il vostro nome? Avreste la stessa determinazione
a mantenere quella promessa o quel giuramento, se non vi aveste messo il nome a giocarci fino in fondo la faccia,
la dignità, la rispettabilità, la vostra identità unica, originale ed
irripetibile?
Secondo il rapporto dell’UNICEF Registrazione della Nascita - Iniziare nel modo giusto (giugno
2002), si stima che nell’anno 2000 i
nuovi nati non registrati siano stati cinquanta milioni, il 41% delle nascite
in tutto il mondo. In 19 Paesi, almeno il 60% di tutti i bambini sotto ai 5
anni di età non è stato registrato alla nascita.
Certo, le loro mamme, i papà, le sorelle e i fratelli, gli
amici chiamano per nome quei bimbi. Ma cosa accade quando questi bambini
vogliono andare a scuola? Quando, diventando grandi, si vogliono sposare, si
trovano a firmare un contratto, a fare un giuramento, a testimoniare in
tribunale? O semplicemente vogliono fare un viaggio? O votare?
Il comma 1
dell’articolo 7 della Convenzione
Internazionale per i Diritti dell’Infanzia dice così: Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua
nascita e da allora ha diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza e,
nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori e a essere allevato da
essi.
“… allora ha diritto
a un nome…”: ci avete mai pensato in questi termini? A me non è mai
capitato, non ho mai pensato che una cosa così semplice come il mio nome, con
il quale sono cresciuta come con la cosa più naturale del mondo, fosse un diritto. Non ho mai pensato che a
qualcuno fosse negato il proprio nome; lo sapevo, ma come si sanno alcune cose,
in maniera intellettuale, non affettiva. Mi viene in mente quando non riesco a
mettere a mente o a ricordare i nomi delle persone che conosco e in questo
momento ne sento vergogna.
Come sempre dai diritti e dalla necessità di tutelarli
derivano i doveri: il dovere degli Stati, e sono ben 193 ad aver ratificato
questa Convenzione, di garantire a tutti un nome
ufficiale, per così dire, registrato, che dimostri la propria identità di
fronte alla legge, a te stesso e agli altri. Il dovere degli stessi Stati di
garantire e di rilasciare i documenti che attestino di fronte al mondo
l’identità di cui parlavamo. Il dovere sempre per gli Stati di riconoscere
validità ai documenti di identità dei cittadini stranieri.
In Inghilterra fino al crollo delle Torri Gemelle non era
previsto che i sudditi di Sua Maestà dovessero esibire un documento di identità
se fermati dalle forze dell’ordine: in una tale cultura della legalità bastava
la parola del cittadino ad attestare la stessa. Ecco da cosa deriva la
possibilità del genio poetico di Shakespeare di giocare con i termini. Ecco che
Romeo e Giulietta possono rinunciare
al proprio nome, diventato una gabbia d’odio in favore di un nome nuovo e
libero, uguale per tutti, Amore! Ma
non si può rinunciare a qualcosa che non si possiede pienamente. Per ora il
mondo non può rinunciare al nome di ciascuno di noi. Per ora il nome è un
diritto misconosciuto, è uno steccato necessario. Perché finché tutti non
avranno un nome è come se anche il mio e il tuo siano minacciati.
Violet tutte le settimane propone un nome da scegliere per un eventuale
pargoletto in arrivo: non so se voi, cari lettori, siate interessati al suo
significato, a quante persone abbiano quel nome in Italia, al suono ed ai
colori che quel nome evoca. Non so se, in questi mesi, vi abbia aiutato a
scegliere un nome; o abbia contribuito a farvene piacere uno che prima non
consideravate ed ora vi appare sotto una luce diversa. Per me i nomi non sono
mai stati importanti, ricordo i volti e le storie delle persone, quasi mai come
si chiamino. Eppure vi assicuro che da oggi mi impegnerò di più affinché quei
volti e quelle storie, quelle presenze, quelle assenze, quelle esperienze,
quelle vite e quei doni che sono i bambini, i ragazzi, gli uomini che incontro,
siano per me anche il suono meraviglioso del loro nome. Perché è vero che rosa non aggiunge niente a quel “dolce
profumo”, ma io quel meraviglioso profumo lo chiamo profumo di rosa!
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