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C'era una volta il Mito, by Pink

Si fa sempre un gran parlare di quanto la generazione d'oggi sia priva di miti a cui ispirarsi. In realtà, stando ai più grandi, la generazione più giovane è sempre stata priva di miti a cui ispirarsi. Voglio dire, Catone il Censore parlava già di decadimento di costumi e mancanza di figure degne di meriti morali già nel 150 a. C. e parliamo di una civiltà che poi avrebbe prodotto Cesare, Augusto, Agrippa, Cicerone, Marco Aurelio, Seneca e chi più ne ha più ne metta. Ecco, quindi sappiate che è normale che i vostri genitori vi dicano che non c'è niente nella vostra generazione. Anche se in effetti tutti i torti non ce li hanno. La nostra è una generazione di miti bruciati e caduti. Chiudete gli occhi... Immaginatevi i vostri genitori nell'immediato post teenage scatenarsi al suono dei Rolling Stones, immaginatevi quanti chilometri di piste si è tirato Keith Richards. Ora aprite gli occhi: vedete che quelle stesse pietre rotolanti che non riuscivano a trovare soddisfazione fanno le tourneé con il defribrillatore dietro le quinte perché temono che gli schioppi il cuore. Ma che schifo! Ma che mito è? Mick Jagger che mangia le mele cotte davanti a fuoco... O, che ne so, immaginatevi Holly Hutton con la pancetta da birrozza che allena i pulcini della squadra di calcio del dopolavoro ferroviario di Tokio. E' chiaro che il tempo passa per tutti, ma che schifo comunque! Insomma aveva ragione o no Kurt Cobain quando diceva che è meglio bruciare in una fiammata che spegnarsi lentamente? Il mito deve fare la fine del mito, tipo infilarsi una canna di fucile in bocca e spararsi oppure, se non è in grado di restare all'altezza di sé stesso, deve reinventarsi un altro sé stesso. A volte ci riescono, a volte no. Io un mito ce l'avevo. O meglio, ne avevo tanti e ne ho ancora. Ma ce n'è uno che mi ha deluso profondamente. Lo avevo eletto a faro culturale, filosofico, morale, mi basavo sui suoi testi per decidere che fare nella mia vita. Avevo dovuto superare lo shock del suicidio di Cobain e avevo anche dovuto smettere di pensare che anche io sarei morta giovanissima, suicida e la mia tomba sarebbe stata una semplice pietra inflitta nella terra morbida* ("come tutti quelli che mi apparivano i migliori", scriveva Brizzi a suo tempo). Ecco, avevo dovuto superare tutto questo, ma c'ero riuscita grazie a i CSI e a Giovanni Lindo Ferretti. Lui mi appariva come "il saggio": era quieto, immobile, era riuscito a reinventarsi dopo il punk in un modo sublime (non che i CCCP non lo fossero, eh!) e mi sembrava uscito da "Siddharta" di Hermann Hesse, ovviamente nei panni di Govinda. Mi aveva pure avvisato, nella sua infinita saggezza lo aveva previsto infatti: "Non fare di me un idolo, mi brucerò. Se divento un megafono, m'incepperò. Cosa fare e non fare non lo so. Quando, dove e perché riguarda solo me" (ascoltate qui), ma niente, io non gli avevo dato retta e lo avevo reso idolo e megafono. Ma non è tanto questa la caduta, quanto vederlo sposare idee, e con esse i personaggi che le propongono, che solo qualche anno prima avrebbe preso a mazzate. Ferretti era d'accordo con Gianfranco Ferrara sulla moratoria per l'aborto e la revisione della legge. Oh, ma sei scemo??? Dichiarò di aver votato per la Lega e, peggio ancora, nel 2006 votò per il centrodestra. Giovanni, mi senti? Ascolta, lo so che ai tempi dei CCCP devi aver fumato e assunto di tutto e ancora di più, ma non puoi essere militante di Lotta Continua, chiamare il tuo gruppo CCCP poi CSI e votare per Berlusconi. Tu hai la responsabilità della formazione del mio pensiero e non solo del mio. Io ci ho creduto in te, Ferretti!!! Prima sostieni l'Intifada e la Palestina e poi sposi la causa israeliana. Che disturbo bipolare hai? Mi hai deluso, mio caro, non ci potevo credere. Lo so, è vero, che è normale cambiare idea, che tutti cambiamo... Però, insomma, io ci avevo creduto e ci sono rimasta male. Questo è il senso di quello che intendo per "restare all'altezza di sé stesso": un Mito ha la responsabilità di essere rimasto nel cuore dei suoi fan, che è un'enorme responsabilità, di avergli cambiato la vita e di avere, in certi casi, contribuito a fargli prendere delle strade piuttosto che altre influenzandone le scelte. Non possono decidere un bel giorno di scadere così, all'improvviso, come un barattolo di pesto aperto in frigo. Non si fa, è maleducazione. O restate dignitosamente lì dove il nostro cuore vi ha messo o sparite. Non c'è bisogno del fucile e del sangue, una degnissima sparizione è quella di Mina. Nessuno la vede, ma lei mantiene la sua aurea di divinità, ogni tanto ci regala qualche perla, ma è immutabile.






* Questa è una nota storica per gli Emo moderni: noi non miravamo a taglizzarci le braccia perché il mondo non ci capiva o perché il plumcake era scaduto (Grazie ZeroCalcare!). Noi miravamo a scrivere canzoni tipo "Polly" o "Anarchy in the U. K." e spararci. I taglietti erano roba da pappemolli. Questo non vuol dire che sia degno di nota o di merito, ma non lamentatevi se vi si prende in giro adesso. 

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