Somigli a quegli orizzonti incantevoli
che nelle stagioni brumose accendono i soli...
Come risplendi, umido paesaggio infiammato
dai raggi che filtrano da un cielo annuvolato!
(Baudelaire)
Capita
che una mattina ti svegli con le nuvole. Capita che sei stanca, che
la pioggia ti abbia rovinato la piega ai capelli e che al pensiero
che domani alle cinque del pomeriggio ci sarà molto buio ti venga la
tristezza. Poi ci si mette a chiacchierare al telefono sotto una
pioggia sottile sottile, tanto la piastra è già andata, e,
circondati da arcobaleni luccicanti e da nuvole barocche, bisogna
riconoscere che la scenografia è da Oscar, e che questa sensazione
di fresco potrebbe rendere ancora più apprezzabile di quanto già
non lo sia, per sua natura, una merenda a civraxiu caldo e nutella.
Poi si torna dentro e, mentre la pioggia ormai batte più forte sui
vetri, vieni presa da un’improvvisa e fulminante voglia di mangiare
“a scoppio” castagne arrosto e bere vino novello, e ti si apre un
mondo meraviglioso: vuoi l’autunno, l’autunno, fortissimamente
l’autunno! Lo chiami, lo evochi, lo desideri, perché solo in
autunno puoi fare delle cose che sono tra le più belle che la vita
offre (per i non sardi spiego che so bene che siamo al 29 di ottobre,
ma fino ad ora qui l’autunno è stato solo una questione di nomi,
perché non abbiamo ancora vissuto l’ebbrezza di scendere sotto i
20 gradi).
Siccome
io divento felice in modi troppo intelligenti e sono buona,
condividerò con voi la lista di cose che anche quest’anno dovrò
fare per rendere il mio autunno very Red.
Comprare
delle nuove calosce e indossarle alla prima pioggia disponibile per
saltare dentro le pozzanghere, mettendo in imbarazzo gli eventuali
sfortunati accompagnatori. Nel caso vi accompagnaste a persone dotate
di fantasia e senso dell’umorismo il consiglio è di chiudere gli
ombrelli e improvvisare un ballo sotto le gocce cadenti cantando
“singin’ in the rain”, o in alternativa “anarky in the UK”.
Fare
un pranzo e/o una cena a base di funghi misti, appena raccolti in
campagna, fritti e arrosto, con una compagnia calorosa e allegra come
il vino rosso e il suo suono quando scorre sul vetro dei bicchieri.
Cercare
un posto dove ci siano tanti alberi che perdano le foglie e andare a
fare una bella passeggiata immersi nel rosso, facendole crepitare.
Mangiare
pane e olio appena spremuto seduti sul bordo di un caminetto acceso.
Mangiare
castagne arrosto seduti sull’altalena dietro casa, la sera, prima
di rientrare.
Andare
a guardare il mare in un giorno di vento e pioggia, dalla banchina
del porto.
Soddisfare
pienamente il proprio ineffabile “disigiu de melapirongia”
(desiderio di mela cotogna ndr), mangiandone sotto forma di frutto
fresco, marmellata appena fatta e raviolini fritti.
Rimirarsi
felici con i propri stivali preferiti e un vestitino morbido e caldo.
Inaugurare
la stagione del tè e zeppoline calde da “Pirani” con le amiche
di sempre.
Iniziare
a pensare ai regali di natale e a come strappare un sorriso
soddisfatto a tutti i propri cari.
Mugolare
estasiati davanti alla prima cioccolata di stagione, nera, bollente,
al peperoncino.
Iniziare
a vedere “natalini”. Pochi capiranno quest’ultimo consiglio, e,
scusate, non posso dire di più, se non che quest’anno voglio
fortissimamente tornare a vincere!
Mangiare
quantità enormi di melagrana, a pugni, dopo aver passato un’ora a
pulirne spettegolando in compagnia.
Scovare
il primo pettirosso.
Varie
ed eventuali. E per varie ed eventuali intendo cose come la scena di
Colazione da Tiffany, quando Holly propone a Paul di passare una
giornata a fare cose mai fatte prima, o in alternativa effetti
speciali stile “vento del Nord” in Chocolat, che soffia e ti
cambia la vita.
Perché
per immaginare magie e meraviglie serve l’autunno, come per capire
la poesia serve un pizzico di malinconia. Ma quando la nebbia
all’improvviso è tagliata da un raggio di sole è come se la
natura scoppiasse a ridere della gioia più infantile e più pura.
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