San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo favilla.
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo favilla.
Ora... Quando Pascoli scriveva questa poesia non sprizzava proprio allegria da tutti i pori. Diciamo che non ricordava proprio un avvenimento felice. Eppure il 10 agosto di ogni anno io ripenso a questa poesia. Lo so... È tragico. Il pensiero mi va subito dopo a San Lorenzo e alle estati splendide che passavo da adolescente in quel di Sanluri con i miei zii e cugini, dove appunto si fa una meravigliosa festa per questo santo. Col tempo ho iniziato ad aggiungerci stelle e desideri, ma essendo io una talpa integrale le stelle le vedo poco. Ho sempre fatto un po' a tentoni! Da bambina un po' mi rompeva anche le scatole stare col naso in su ad aspettare di vedere cadere qualcosa che tutti avrebbero visto tranne me. Finiva sempre che mi addormentavo senza aver visto niente, ed era per questo (solo per questo) che i miei desideri non si realizzavano. I miei genitori non mi compravano la cameretta di Barbie perché io non vedevo le stelle cadenti e quindi non avevo espresso il desiderio, pura matematica. Con mia cugina, da ragazzine, cercavamo ogni anno un posto abbastanza scuro per sdraiarci a guardare il cielo e aspettare le stelle cadenti, immaginando questo o quel ragazzo, un sogno o un altro, sempre diversi. Mi ricordo che eravamo felici dei nostri desideri, e qualcuno di quelli si è pure realizzato rendendoci felici. Ma siamo cresciute ed è ovvio che i desideri restano, aumentano, cambiano, si adeguano a me e alla mia vita. Io ho sempre distinto i desideri “veniali” da quelli profondi. Ad esempio, io ora sto desiderando un piatto abbondante di lumache col sugo, questo non vuol dire esattamente che questo sia il mio desiderio più profondo in assoluto, quello per cui varrebbe la pena aspettare una stella cadente. Sarebbe un po' uno spreco, no? Per le stelle cadenti ci vuole qualcosa di più importante, di più profondo... O perché no?!? Di più immediato. Il cielo pieno di stelle può suscitare un desiderio e una necessità improvvisa. Oppure la nostra vita può essere sconvolta all'ultimo e farci cambiare priorità e desideri. Se mi si fosse rotta la macchina (noooooooooooooooo! Ndr), vorrei con tutta me stessa una macchina funzionante. Ma per me adesso non è così. Cenerentola dice che “i sogni son desideri” e in effetti per lungo, lunghissimo tempo anche io ci ho creduto. In realtà non tutti i sogni che faccio sono avvenimenti, persone o cose che desidero, che desidero veramente intendo, di cui non potrei fare a meno. Mi viene in mente un momento del primo film di Harry Potter, in cui il protagonista si trova davanti allo “Specchio delle brame” e vede i suoi genitori e la sua famiglia, che non ha mai conosciuto. Vedendolo lì davanti il professor Silente gli disse che un uomo pienamente felice guardandosi in quello specchio avrebbe visto solo sé stesso. Esiste davvero qualcuno che guardandosi davanti allo specchio delle brame vedrebbe soltanto sé stesso? Non ci credo. Un desiderio almeno piccolo e veniale ce l'abbiamo tutti. Io sono soddisfatta della mia vita com'è adesso, ma è logico che mi manca qualcosa. Essere soddisfatti non significa per me non avere desideri, ma sapere che possono essere realizzati. So che la mia realizzazione lavorativa dipende dalle mie capacità e che lavorare sodo alla fine mi pagherà, non solo economicamente. Cosa posso augurarmi e chiedere alle stelle cadenti questa notte? Lo so, in realtà lo so benissimo che cosa chiederò alle stelle cadenti: chiederò di continuare così! ...e Lorenzo!
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